Era pronto a scappare ancora. Era quasi su un areo diretto a Tirana. Ma non sapeva che la Questura di Viterbo e il servizio di cooperazione internazionale lo seguivano da tempo. Tare Juliana, albanese da anni presente nella frazione di Bagnaia, è stato arrestato su mandato di cattura europeo in aeroporto. Su di lui un’accusa pesantissima: spaccio internazionale.
Tare è considerato il capo indiscusso dello spaccio a Viterbo e non solo. A raccontare nel dettaglio l'operazione Nuova Alba, che ha portato all'arresto del latitante, il questore Giancarlo Sant'Elia, il capo della Mobile Gian Fabrizio Moschini e i dirigenti della Polaria di Fiumicino, del servizio cooperazione internazionale e della divisione narcotici.
«L’attività - ha spiegato il capo della Mobile - ha avuto inizio a settembre 2019, con l’arresto in flagranza un giovane albanese trovato con 21 grammi di cocaina e 470 euro. Analizzando il telefono dell'arrestato abbiamo capito che era necessario approfondire le indagini. E abbiamo dato il via alle investigazioni». Investigazioni che durante il lockdown hanno portato a una seri di arresti nei confronti di altri giovani albanesi e al sequestro di ingenti quantitativi di cocaina. In totale sono 9 gli arresti effettuati.
«Approfondento - ha detto ancora - la filiera “contatti acquirenti“, legai ai soggetti arrestati abbiamo individuato quello che inizialemnte ritenevamo essere il capo del gruppo di spacciatori.
E qui che scatta il ruolo del servizio di cooperazione internazionale della polizia, che individua Tare e inizia a pedinarlo seguendo sempre la pista dello spaccio. «Mentre stava per rientrare a Tirana - hanno spiegato - lo abbiamo catturato e messo su un areo per Roma». Catturato all’estero una volta atterrato a Fiumicino è stato arrestato e condotto in carcere.
«Questa operazione - ha afferma il questore San'Elia - è la testimonianza che le forze di polizia tutte non si sono mai fermate a fronte dell'emergenza sanitaria. Ma hanno continuato col massimo impegno, pagando un prezzo elevato di malati. Continueremo sempre a svolgere il nostro lavoro anche tra mille difficoltà».