I numeri viterbesi ovviamente hanno dimensioni più ridotte, ma significative per dimostrare lo stato di salute del settore. Variazione positiva nel comparto agricolo in cui la percentuale delle imprese registrate sale del +0,4%. E c’è da ricordare che l’agricoltura conta il 30% delle imprese della provincia. Buona la performance nel turismo con annessi servizi di alloggio e ristorazione (+2%). Il commercio, che rappresenta il 22% del totale delle attività della Tuscia, aumenta la propria presenza del +0,2%. Gli unici comparti con segno negativo sono quelli relativi alle attività manifatturiere (-0,2%) e a quelle immobiliari (-2,0%) e finanziare-assicurative (-0,4%). Il settore delle costruzioni, in sofferenza da anni, vede crescere il numero delle imprese (+0,5%) e conserva il peso di circa il 14%.
«Dati da prendere con estrema cautela, ma che potrebbero preludere a una nuova fase di crescita per l’economia della Tuscia», commenta il presidente dell’ente camerale, Ferindo Palombella (nella foto). O forse si tratta di un risveglio che nasconde uno stato di crisi profonda e strutturale: l’impossibilità per molti di trovare o ritrovare un lavoro che non c’è e l’iniziativa privata viene vista come unico, obbligato sbocco di vita. Se son rose....
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