"Obiettivo tricolore", la staffetta ideata da Alex Zanardi fa tappa a Viterbo

"Obiettivo tricolore", la staffetta ideata da Alex Zanardi fa tappa a Viterbo
di Luca Telli
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Giovedì 15 Luglio 2021, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 15:42

Il testimone arriverà a Viterbo, in piazza del Plebiscito, da Orvieto intorno alle 11. Ripartirà alle 14 tra le mani del tarquiniese Tiziano Monti in direzione marina di Civitavecchia con uno stop, alle 17, in piazza Matteotti a Tarquinia. Un anno dopo la staffetta tricolore, viaggio di tre settimane con 65 atleti paralimpici impegnati lungo 54 tappe distese su 18 regioni dal 4 al 25 luglio, torna nella Tuscia. Sempre nel nome di Alex Zanardi che della corsa era stato il promotore mosso dalla volontà di dare, a una nazione piegata dall’emergenza sanitaria, un segnale di rinascita.

Un segnale che aveva continuato a viaggiare sulle strade anche dopo il 19 giugno, giorno del drammatico incidente lungo una discesa tra Pienza e San Quirico d’Orcia, nel quale Zanardi era rimasto coinvolto e dalle conseguenze del quale, giorno dopo giorno, sta cercando di riemergere.

Proprio a Tiziano Monti, atleta inserito nel programma Obiettivo 3 (progetto che ha come obiettivo quello di portare a maturazione e selezionare atleti para olimpici per la rassegna a cinque cerchi) e attualmente in testa al giro d’Italia di handbike quando alla conclusione mancano due tappe, era toccato, 13 mesi fa, il compito di salire in sella e ripartire «con l’anima a pezzi e la rabbia per un destino che ancora una volta si era voluto accanire», nel giorno della paura e del dolore meno di 24 ore dopo il dramma dell’ex pilota di Formula 1.

 «Un anno fa dovevamo continuare per Alex, perché era il suo sogno e il desiderio della sua famiglia – spiega Monti -.

Oggi andiamo avanti con Alex, per testimoniare la sua enorme eredità morale ed i frutti di anni di lavoro al fianco di tanti ragazzi a cui ha insegnato a non arrendersi anche quando la vita alza davanti un muro che sembra insuperabile».

Muri che Monti, rimasto vittima di un incidente stradale 3 anni fa nel quale perse le gambe, sta spianando con la sua handbike con un pensiero fisso nella testa. «Non le Olimpiadi o un successo personale – conclude Monti -, ma provare ad essere, in piccolo, un esempio di resilienza. Non ci sarà una pedalata, lungo questi 80 km, in cui non penserò ad Alex continuando sperare di vederlo realizzare l’ennesimo miracolo».

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