Un mese e spiccioli dall’entrata in vigore dell’obbligo di green pass al chiuso per ristoranti e bar. Sensazioni e opinioni diverse, unite però dalla stessa certezza: il vero banco di prova sarà l’autunno. La paura di un calo del fatturato nel mese centrale dell’estate è stata esorcizzata da una crescita del turismo prossimità. Un’onda lunga partita intorno al 10 di agosto e proseguita fino a questo week end.
«Rispetto allo stesso periodo di un anno fa siamo cresciuti del 20% circa – spiega Stefano Achilli del ristorante Olio d’Oliva di via San Lorenzo -. Per chi, come noi, ha uno spazio esterno limitato era legittimo aspettarsi una contrazione invece il green pass ha avuto, per certi versi, l’effetto contrario: i clienti hanno optato molto di più per pranzo e cena all’interno. Quasi si sentissero più sicuri».
Una limitazione, finora sulla carta, che ha comunque portato i ristoratori a rivedere le normali modalità di lavoro. «Come le norme che ci hanno accompagnato in questi 18 mesi, anche il green pass ha portato delle conseguenze – spiega Michele Schirripa del LAB di piazza del teatro -. Coppie e famiglie sono continuate a venire. Più difficile è stato gestire i gruppi numerosi dove non tutti avevano ricevuto il vaccino». Stop, quindi, a lunghe tavolate e feste di compleanno: «È stato inevitabile non appena ci siamo resi conto che il controllo avrebbe potuto avere delle falle» continua Schirripa, e necessario per evitare multe e la chiusura del locale per 5 giorni.
«L’impatto della misura – conclude Schirripa -, lo vedremo a partire dal prossimo mese.
«L’85% di chi ha scelto di venire al ristorante si è preoccupato, già durante la prenotazione, di informare sul possesso o meno del green pass – spiega Giuliano Proietti del ristorante Tre Re -. I furbi ci sono sempre: c’è stato chi ha raccontato di avere dimenticato il pass in albergo ed è stato invitato a cercare altrove. Quanto ai numeri del lavoro siamo sui livelli dello scorso anno. Non c’è stata, nonostante i nostri soli 20 posti esterni a disposizione, una flessione».
Flessione che, per ora, non registrano neppure i bar: le attività in cui il controllo risulta materialmente più difficile tanto da spingere alcuni gestori a dotarsi, nei giorni più trafficati, di una figura apposita per la scansione del qr code. «Agosto è scivolato via senza problemi – spiega Simone Tribuzi del Mama’s cafe di La Quercia -. L’impressione è che il messaggio sia arrivato e che nessuno abbia voglia di vivere di nuovo mesi come quelli passati. Il vero test ci sarà quando le temperature inizieranno a scendere e gli spazi esterni non più utilizzabili».