Aiutò ballerina ad abortire a 7 mesi, infermiere condannato per feticidio

Tribunale Viterbo
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Aprile 2021, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 14:41

Feto nel cassonetto, Graziano Rappuoli condannato per feticidio a 7 anni e 3 mesi di carcere. L’infermiere a maggio 2013 procurò una ricetta medica ad Alina Ambrus, ballerina romena di night, che voleva abortire. La donna era incinta di 7 mesi e non voleva portare avanti la gravidanza.

Grazie alla prescrizione del farmaco abortivo l’ex ballerina la notte tra il 2 e il 3 maggio di 8 anni fa partorì nel bagno di casa. Ma il farmaco non le indusse solo il parto, subito dopo arrivarono emorragie fortissime. Disperata chiamò l’amico infermiere chiedendo un passaggio per l’ospedale. Durante il tragitto chiese all’uomo di fermarsi. Scese con un fagotto di asciugamani e gettò nel cassonetto di Solieri un involucro. Solo molte ore dopo gli agenti della Squadra mobile tornarono nel cassonetto e dall’involucro recuperarono il corpo esanime di una settimina.

Rappuoli fu subito fermato dalla polizia e accusato di omicidio volontario, premeditato e aggravato e occultamento di cadavere in concorso ed esercizio abusivo della professione. Alina, che scelse di essere condannata con l’abbreviato, dopo aver scontato un anno di condanna si dileguò.

L’infermiere ieri, dopo anni di processo, è stato condannato per feticidio, la Corte d’assise ha riqualificato il reato di omicidio, e esercizio abusivo della professione a 7 anni e 3 mese. Assolto, per non aver commesso il fatto, dall’occultamente di cadavere. Il pm aveva chiesto 14 anni di carcere, definendo l’imputato come uomo dalla «razionale propensione a delinquere, dotato di scarsa, scarsissima personalità». 

La difesa in poco meno di due ore ha ricostruito l’intera vicenda, riportandola all’aspetto di disagio sociale in cui è sfociata. «La Ambrus era una donna sola - ha spiega l’avvocato De Santis -, in totale stato di abbandono.

Non aveva scelta e ha spigolato dove poteva, raccogliendo aiuto dove riusciva a trovarlo. E qui che si inserisce Rappuoli. Quando Alina disperata gli chiede come abortire lui gli dice che non si può. Poi gli manda messaggi disperati. E lui fa una prescrizione. Ma non a nome di lei ma a nome suo, sapendo che non sarebbe stata spendibile. E il farmaco chi va a prenderlo? La coinquilina della Ambrus. Donna, ballerina di night anche lei, su cui non vengono fatte nessun tipo di indagini».

L’appartamento dove la Ambrus partorisce viene trovato dalla immacolato. E chi ha pulito? «Il mio assistito era a Capodimonte - aggiunge l'avvocatpo - mentre accadeva. E non è l‘unico amico che la Ambrus chiama. Telefono ad altri due uomini su cui la procura non ha sentito l’esigenza di indagare. Non c'è stato concorso il mio assistito è stato solo funzionale agli interessi della Ambrus».

Tra venti giorni il reato di esercizio abusivo andrà in prescrizione. «Siamo pienamente soddisfatti per l’assoluzione del reato di occultamento e fiduciosi per la futura sentenza della Corte d’Appello. Oggi abbiamo mosso il primo passo verso una valutazione critica, sia fattuale che giuridica, su una vicenda che è molto complessa, che non può vedere mio assistito in concorso con Ambrus. Aspetteremo motivazioni e ricorreremo in appello».

© RIPRODUZIONE RISERVATA