Nel Viterbese sempre più famiglie povere, ma nell'anno terribile cresce anche il cuore

L'emporio solidale
di Luca Telli
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Venerdì 31 Dicembre 2021, 16:38

«È stato un anno duro, il desiderio per il nuovo che inizia domani è lo stesso di 12 mesi fa: che si porti via la pandemia e ci regali qualche sorriso in più» Perché da marzo 2020 a oggi le immagini che Domenico Arruzzolo, presidente dell'emporio solidale I care di Santa Barbara, e la sua squadra vedono sono sempre le stesse. Scaffali che si svuotano alla svelta come, alla svelta, arrivano le nuove domande di accesso al servizio.

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Richieste di aiuto davanti alle quali spesso si chiudono tutti e due gli occhi: «perché esistono dei requisiti per usufruire dell'emporio e la burocrazia ha un tempo sottolinea Arruzzolo - ma non possiamo dire di no a chi si trova ora nel bisogno». Centinaia i pacchi organizzati e spediti nel corso del 2021, gli ultimi dei quali partiti nei giorni a ridosso di Natale. «Quanti? Non teniamo il conto: andiamo avanti fino ad esaurimento scorte se necessario spaccando il capello per permettere a tutti di avere qualcosa».

Nel cesto l'Emporio solidale ha infilato un panettone e dolci di Natale «per portare un po' di conforto e vivere le feste con un pizzico di serenità in più». Serenità. Parola che la pandemia ha spazzato via dal dizionario di tante famiglie: 230 quelle che si rivolgono all'emporio per un totale di circa 700 persone buona parte delle quali sono minori.

«L'aspetto più brutto di tutta questa storia sono i numeri che non scendono spiega Arruzzolo - ma le difficoltà si stanno cristallizzano e la paura che davanti ad una nuova ondata aumentino è concreta.

Dall'altra parte c'è di buono che non si accetta questa condizione come normale. Le donazioni sono aumentate: se prima i nostri carrelli fuori dai supermercati si riempivano una volta ogni 6 giorni, ora il tempo si è abbassato a 3. I donatori sono la nostra forza».

Benzina nobilissima in un motore che fissa un altro traguardo. «Il nostro obiettivo è offrire un sostegno a 360 gradi - aggiunge Arruzzolo -.ma non si vince la povertà se non si crea inclusione. E l'inclusione si raggiunge aiutando in tutti gli aspetti del quotidiano, non solo attraverso la spesa alimentare». Progetti ambiziosi che l'Emporio sta cercando di raggiungere con iniziative, stringendo legami con associazioni sul territorio, con campagne di autofinanziamento (l'ultima pochi giorni fa al teatro Unione con il concerto di musica gospel che ha coinvolto 500 persone) e partecipando a bandi.

«Di recente siamo riusciti a vincere una gara regionale da 48mila euro conclude Arruzzolo -. Soldi grazie ai quali potremmo finalmente pensare ad una programmazione a medio termine».
 

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