Aumento dei prezzi e freni alla cessione del credito: «I cantieri sul superbonus a rischio»

Aumento dei prezzi e freni alla cessione del credito: «I cantieri sul superbonus a rischio»
di Luca Telli
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Sabato 16 Aprile 2022, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 19:44

Blocco della cessione del credito per i bonus e caro materiali, il presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Viterbo, l'imprenditore Andrea Belli, lancia l'allarme: «Se si ferma l'edilizia ci saranno conseguenze a cascata su tutto il tessuto economico provinciale».

Negli ultimi 18 mesi la crescita del settore ha generato nella Tuscia un aumento dell'occupazione di 800 unità, grazie alla massiccia richiesta di operai, specializzati e tecnici: «Numeri che, senza interventi, le aziende potrebbero avere difficoltà e gestire». Numeri, aggiunge Belli, «sottostimati, ai quali vanno aggiunti tutti quei posti di lavoro che la lunga filiera dell'edilizia ha contribuito a creare».

La parabola discendente imboccata dalle imprese, che le oscillazioni dei prezzi delle materie prime spingono sempre più spesso a non accettare nuovi lavori impegnativi per le finanze, è iniziata ad inizio anno. Sull'onda dei rincari «costruire ex novo una casa, o semplicemente procedere alle ristrutturazioni per l'efficientamento energetico, ha costi in media del 25% superiori a un anno fa», rileva Belli. La scure degli aumenti ha colpito particolarmente l'acciaio, salito con un +70% e con una punta del 113% per i nastri in acciaio, usati nelle barriere stradali; e dell'84% per le lamiere in acciaio Corten, Poi il legname, con incremento dei prezzi del 78%, e il bitume intorno al 36%.

«Con prezzi del genere non solo l'edilizia privata va in affanno, ma anche quella pubblica continua Belli - I rincari infatti mettono a rischio i cantieri del Pnrr», aumentando la possibilità che le imprese decidano di disertare aste e gare d'appalto non avendo certezze sul guadagno. «L'unico appiglio al quale possiamo aggrapparci sono i bonus aggiunge Belli - , ma anche questa soluzione inizia a scricchiolare davanti al blocco della cessione del credito annunciata, pochi giorni fa, dai gruppi Intesa e Unicredit».

Una decisione che le due banche hanno motivato con l'aver raggiunto la massima capienza nel montante di utilizzo del credito di imposta. Che si traduce in una strozzatura per le imprese, che vedono concretizzarsi sempre più la possibilità di un black out per i bonus edilizi.

Sulla necessità di intervenire sullo stop delle cessioni del credito è intervenuta anche la presidente di Cna ViterboCivitavecchia, Luigia Melaragni: «Le indicazioni dei principali gruppi bancari su un imminente stop all'acquisto dei crediti d'imposta, legati ai bonus edilizi, potrebbero risultare deflagranti. L'impossibilità per le banche di effettuare una ulteriore cessione dei crediti a soggetti interessati ad utilizzarle, espone le micro e piccole imprese, che hanno effettuato lo sconto in fattura ai propri clienti, a gravissimi rischi di liquidità. Se l'attività dei cantieri dovesse subire anche solo un ridimensionamento, invece di un blocco, per l'economia locale sarebbe un disastro».
 

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