Taglierino alla gola dell’uomo che vende droga al figlio, condanna lieve per madre coraggio

Giustizia
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 12 Marzo 2021, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 16:23

Punta un taglierino alla gola dell’uomo che vede droga al figlio, condanna lieve per mamma coraggio. Il 6 giugno 2018 una 60enne residente a Cellere, assistita dall’avvocato Marina Bernini, esce da casa munita di lama e si presenta alla porta dell’uomo che considera il pusher del figlio 14enne. Fuori di sé lo chiama nel cortile e gli punta il taglierino alla gola.

«Siamo intervenuti - ha spiegato un carabiniere - su sollecitazione del figlio e abbiamo assistito alla scena. Visto il taglierino l’abbiamo fatta ragionare e ce lo ha consegnato. L’uomo al quale lo puntava era agli arresti domiciliari. Ma quando pensavamo fosse finita la donna è andata in macchina e subito dopo è tornata con un coltello da cucina. Voleva entrare in casa dell’uomo, che nel frattempo avevamo fatto rientrare. Era agitata ma siamo riusciti a disarmarla e l’abbiamo portata in caserma».

A spiegare cosa abbia scatenato la furiosa reazione la stessa imputata. «Io non conoscevo quell’uomo - ha detto al giudice - non lo avevo mai incontrato. Ma sapevo che aveva assoldato mio figlio di 14 anni per vendere droga.

Mio figlio minorenne aveva un debito con lui e ha portato via oro e soldi da casa per 20mila euro. Non potevo stare a guardare e infuriata sono partita di casa. Mentre ero lì lui mi diceva che conosceva gente che mi avrebbe fatto fuori, che non potevo capire. Mi ripeteva: “Ti sparo in testa”. La verità è che lui mi aveva portato via mio figlio per farlo spacciare».

La donna fuori di sé ha quindi preso la prima cosa trovata, il taglierino, e si è messa in strada. «Non sapevo nemmeno dove abitava - ha spiegato - ho chiesto in giro e l’ho trovato. E il coltello da cucina che ho preso dopo era già in macchina perché il giorno prima ero andata in campagna. Quel coltello non volevo usarlo contro di lui, ma contro di me. So di aver sbagliato, ma la droga e chi usa ragazzini per venderla fa schifo. Per quello che è successo pagherò le conseguenze».

La donna è stata condannata a 20 giorni di carcere dal giudice Giacomo Autizi. Condanna mite come quella richiesta dalla Procura.

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