Violenze contro la donna, il racconto di Ilaria: «Ho perso un occhio, l'ho denunciato. Dovete farlo»

Ilaria, vittima di violenza
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 15:04

«Io ho perso un occhio, ma poteva andare diversamente. E oggi sono qui perché voglio lanciare un messaggio. Non si giustifica un uomo che ti picchia. Non si perdona. Ascoltiamo il primo campanello d’allarme».

Ha sempre gli occhi belli e vispi, ma quando racconta gli ultimi anni della sua vita la voce si incrina e scende qualche lacrima. Ilaria, 35enne viterbese, due anni fa decise di rendere pubblica la sua storia di violenza domestica pubblicando prima un post del suo volto tumefatto sui social, e poi raccontando la sua storia sulle pagine del Messaggero. 

E oggi torna dove tutto è iniziato. A quel maggio 2018, quando l’ennesima scarica di pugni la raggiunge in piena notte mentre allatta la figlia di pochi mesi nella casa del marito a Roma. Ilaria quel 27 maggio perde un occhio e decide di fuggire. Prende la sua bimba e torna dai genitori a Viterbo. La strada è tutta in salita, ma trova la forza di denunciare.

«Purtroppo - racconta - non finì quel giorno. Nonostante la querela lui per oltre un anno mi ha tormentata. Con la scusa di vedere la figlia veniva a Viterbo e mi insultava. Fino a che a settembre 2019 mi ha di nuovo messo le mani addosso».

Ilaria torna alla polizia, questa volta di Viterbo, e in tre giorni la Questura riesce a ottenere l’allontanamento. «Non smetterò mai di ringraziarli. Non solo perché in pochissimo tempo hanno fatto finire un incubo. Ma perché grazie a quel provvedimento sono andata in tribunale e lui, con una causa velocissima, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione e non può più avvicinarsi a me o alla bambina.

La causa pendente a Roma, quella per l’occhio, invece ancora deve iniziare».

E la vita di Ilaria ricomincia. «Da quando ho chiuso - dice - ha davvero ripreso in mano la mia vita. Sto andando, proprio in questi giorni, in una nuova casa con mia figlia. Ho un nuovo lavoro e ho riallacciato i rapporti con tutti gli amici di un tempo». Ilaria sorride e guarda al futuro. «Ho la casa piena di scatoloni e buste - continua - ma sapevo che in questi giorni cadeva la giornata contro la violenza sulle donne. Ho pensato di fare qualcosa. Di raccontare ancora la mia storia perché altre non facciano come ho fatto io». Ha il sorriso, ma dagli occhi verdi scendono lacrime. « Io non mi sono fermata ai primi sentori. Ho lasciato che mi rendesse completamente succube e dipendente, anche economicamente. Ho lasciato che mi manipolasse per 7 anni. Avrei dovuto svegliarmi prima ma ero talmente innamorata che sono andata avanti. Ho preso calci e pugni fin dai primi mesi della nostra storia. L’ho giustificato e perdonato, ma quella non è normalità. Io ho perso un occhio, altre perdono molto di più. Per questo dobbiamo avere, fin da subito, la forza di sganciarci da un incubo. E soprattutto mai pensare che siamo sole. Non lo siamo. Se ne esce e si ricomincia».

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