Scuderie Sallupara, la vergogna del restauro sempre annunciato e mai ultimato

Il cantiere abbandonato
di Giorgio Renzetti
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Domenica 14 Febbraio 2021, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 11:21

Sallupara, un monumento all’inefficienza. Ovvero, di quanto le strade e le piazza del capoluogo sono lastricate di buone intenzioni. E di annunci senza seguito. Fa scuola, purtroppo, il caso delle ex scuderie papali, poi nell’800 trasformate in carcere e devastate dai bombardamenti del 1944. Poi, 10 anni fa, destinate a centro culturale giovanile. Oggi un cantiere abbandonato assalito da erbacce e degrado.

Anche se molto accedeva già prima, è bene partire da maggio 2011 (giunta del sindaco Giulio Marini). “Spazio ai giovani a Piazza Sallupara. E’ lì che il Comune intende realizzare una struttura sociale. Con i 250mila euro della Regione, l’amministrazione intende acquistare le ex scuderie, recuperare il rudere e riportarlo a nuova vita. C’è già un progetto della Fondazione Carivit, poi uno stanziamento Carivit da un milione di euro”. (Messaggero 5 maggio 2011).

A giugno dell’anno successivo (sempre Marini sindaco) si annuncia che “le antiche stalle di Sallupara sono del Comune. Sottoscritto l’atto d’acquisto col Demanio utilizzando 250 mila euro regionali. Per il recupero c’è un milione di euro da parte della banca stessa, stanziati con entusiasmo da Corrado Passera, oggi ministro, all’epoca a capo del gruppo bancario di cui l’istituto viterbese fa parte”. (Messaggero 6 giugno 2012).

E allora (finalmente) si parte. Ma subito c’è un intoppo. Nell’agosto successivo «le ruspe riportano alla luce quel che rimane dell’antica struttura. Riemergono mura, colonne e qualcosa che ha poco a che vedere con le scuderie: due mitragliatrici tedesche della Seconda guerra mondiale. Ogni pietra, ogni singolo pezzo va numerato per poi essere rimesso al suo posto. Tutto sotto il controllo della Sovrintendenza. «La grande quantità di terra all’interno - spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Muroni - faceva da sostegno a parte delle mura ancora in piedi. E’ probabile che dovremo intervenire con sostegni, ponteggi per la stabilità della struttura»”. (Messaggero 22 giugno 2012).

Parole “sante” quelle dell’allora assessore Muroni. Il cantiere si blocca e nel gennaio successivo scatta la protesta. “«Signor sindaco, basta rassicurazioni, si faccia qualcosa per piazza Sallupara», dice Mario Quintarelli, consigliere comunale del Partito democratico sulla questione piazza San Faustino e le vie limitrofe. «Nonostante le interrogazioni che ho già presentato - dice il consigliere - e le varie proteste da parte dei residenti, oggi piazza Sallupara è in abbandono». Si sono cominciati i lavori in maniera veloce per poi fermarsi bruscamente, una volta emersi dei residui bellici nei locali delle vecchie scuderie”. (Messaggero 8 gennaio 2013).

Da lì a marzo il passo è breve e qui entra in scena lo stesso sindaco Marini. “Piazza Sallupara, tra la rocca e la chiesa di San Faustino, dopo un iter lungo sei mesi ha visto altri sei per elaborare un progetto di recupero. «Costoso - puntualizza il sindaco Marini - anche perché ci hanno venduto la piazza e le bombe, non sarà facile ripulire il tutto. Ma non finisce qui perché avvierò un’azione legale per il risarcimento danni: centomila euro. Il caso Sallupara è l’ennesima dimostrazione che lo sviluppo della città spesso non dipende da chi l’amministra»” (Messaggero 19 marzo 2013).

Parole laiche, quelle dell’ex sindaco. Cambia il primo cittadino intanto e nel 2015 si torna a bomba. “Si ricomincia con la messa in sicurezza «e con il restauro dei locali. Quindi si passerà al rifacimento del piano terra e al consolidamento delle mura. Saranno ricollocate le colonne e, con tecniche innovative saranno ricostruite tutte le volte»: così l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Alvaro Ricci annuncia che entro il 18 aprile aprirà il cantiere di recupero dei resti delle monumentali scuderie papali. Il progetto è stato curato dagli architetti Simonetta Valtieri ed Enzo Bentivoglio e dagli ingegneri Michele Candela e Lorenzo Piacentini, incaricati dalla Fondazione Carivit - cofirmataria insieme al Comune e alla Carivit - della convenzione sottoscritta per questo complesso intervento”. (Messaggero 13 marzo 2015).

Un annuncio destinato a seguire i precedenti. Tanto che dopo 2 anni il Messaggero, tornato a verificare, riporta: ”I lavori sarebbero dovuti finire due anni fa, come da cartello affisso, ma il cantiere è un’altra tessera in un puzzle di opere mai finite, annunciate e inaugurate. Il progetto, con fondi della Fondazione Carivit e Banca Intesa, risale al 2012. Oggi in piazza Sallupara c’è un cantiere immobile, morto. Il progetto di realizzazione di un “centro culturale” c’era già da prima. Ad aprile del 2015 la consegna dei lavori, con tanto di tour guidato. Ma a dicembre i lavori non finirono e così è quasi due anni dopo” (Messaggero 19 novembre 2017).

Tutto resta così fino ai giorni nostri (intanto il Comune è guidato da Giovanni Arena) e si passa all’annuncite pura. Primo spot: “Sallupara, per il recupero qualcosa si muove. Anzi, dopo anni il completamento dell’opera sembra volgere al termine. La consegna potrebbe avvenire entro l’estate, come conferma l’assessore Laura Allegrini: «Contiamo di chiudere entro sei-otto mesi»”. (Messaggero 20 novembre 2018). Pochi mesi e arriva un altro spot. Di piazza Sallupara e San Faustino si parla così: “Mostre d’arte contemporanee nei punti nevralgici del quartiere per renderlo più attrattivo. «Il nostro obiettivo è trasformare San Faustino in un quartiere d’arte e vita – dice l’assessore al Turismo, Marco Carolis - e lavoriamo per creare iniziative. Attraverso la cultura tornerà a splendere»” (Messaggero 14 maggio 2019). 

Per ora splende l’abbandono e lo sconforto. L’estate scorsa il sindaco, nel proclamare conclusa la 58° crisi della sua maggioranza in due anni (altre ne seguiranno) dice che l’amministrazione lavorerà a un «pacchetto già presentato» aggiungendo altri elementi, come «il completamento di opere in attesa. Penso all’asilo Boat di Santa Barbara, insieme alla palestra, e a Sallupara»” (Messaggero 20 agosto 2020).

Niente di tutto questo è in vista e il recupero delle ex scuderie resta un simbolo della sciatteria politico-amministrativa, di qualsiasi colore sia.

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