“(…) Poco più oltre il centauro s’affisse/ sovr’una gente che ’nfino a la gola/ parea che di quel bulicame uscisse./ Mostrocci un’ombra da l’un canto sola, /dicendo: "Colui fesse in grembo a Dio/ lo cor che ’n su Tamisi ancor si cola”.
Così Dante, nel XII canto dell’Inferno (vv. 115), cerchio dei violenti, indica Guido di Montfort che il 13 marzo 127, per vendicare il padre ucciso dal Re d'Inghilterra, Enrico III, ammazzò durante la messa (“in grembo a Dio”) nella chiesa di San Silvestro (oggi del Gesù) a Viterbo il cugino del Re, Enrico di Cornovaglia, presenti Filippo III di Francia e Carlo d'Angiò. Il delitto rimase impunito, e destò grande scandalo; Giovanni Villani ricordava come il cuore di Enrico fosse poi portato in Inghilterra, collocato in un'urna d'oro su una colonna del Ponte di Londra che oltrepassa il “Tamis” (Tamigi).
L’episodio sarà ricostruito proprio a piazza del Gesù (sabato 18 settembre, ore 21) grazie alla rappresentazione storica dal titolo
“Assassinio nel tempio.
L’iniziativa non è che l’ultima tappa dei numerosi eventi che hanno punteggiato le celebrazioni per il 700° anniversario della morte del Sommo Poeta, curate dal comitato “Dante VII”, coordinato da Vincenzo Ceniti, console del Touring Club, culminati lunedì scorso nella “Notte di Dante” che ha visto scandire endecasillabi della Commedia, tra gli altri, il sindaco Arena, il rettore Ubertini, il vescovo Fumagalli.