Al Palazzo dei Papi una mostra di testi antichi di e su Dante

La mostra di testi antichi su Dante a palazzo dei Papi
di Carlo Maria Ponzi
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Mercoledì 5 Maggio 2021, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 11:53

La Tuscia continua a onorare i 700 anni dalla morte di Dante. Il 4 maggio, nel Palazzo dei Papi del capoluogo, è stata inaugurata una mostra che comprende una selezione dei libri di Dante e su Dante tratte dalle biblioteche del Ce.Di.Do. (centro di documentazione diocesano), ordinata dal direttore del centro Luciano Osbat, da Elisa Angelone (dello stesso Cedido) e da Paolo Procaccioli, docente di Letteratura italiana dell’Università della Tuscia.

«La prima sezione comprende le opere di Dante – spiega Osbat - esposte nell’ordine della loro produzione (non della loro pubblicazione avvenuta talvolta molto dopo nella edizione da noi ritrovata), mentre la seconda sezione raccoglie quelle opere che si sono ispirate a Dante o che hanno discusso Dante e le sue opere».

Non mancano “pezzi” di elevato valore. «Il testo più antico – afferma Elisa Angelone - è una traduzione in latino di tutta la Commedia fatta nei primi anni del XV secolo da fra Giovanni da Serravalle (al secolo Giovanni Bertoldi) ad uso dei padri che erano affluiti da tutta Europa al Concilio di Costanza (1414-1418) e che non conoscevano il volgare italiano mentre parlavano e scrivevano abitualmente in latino»”.

Mentre il testo più godibile è la preziosa edizione della Commedia – i cui quattro tomi sono stati selezionati e curati da Procaccioli - che unisce i commenti di Cristoforo Landino e di Alessandro Vellutello (pubblicata a Venezia nel 1578 a cura di Francesco Sansovino) con una serie di xilografie che da sole meriterebbero una mostra e una spiegazione accurata.

Tali incisioni sono state fotografate Primo Piermattei e collocate nella pagina del Cedido (www.centrodocumentazioneviterbo.it) nella pagina “Biblioteca”, nella sezione “Libri a stampa” e sottosezione “Letteratura”.

«Ancora nella seconda sezione – prosegue Osbat -  trovano spazio altri testi  che attraverso il XVII-XVIII-XIX sec. hanno assicurato all’opera di Dante quell’attenzione che il mondo degli intellettuali non ha fatto mai mancare, pur con le oscillazioni che le mode culturali hanno imposto. La mostra si chiude con l’Enciclopedia Dantesca che l’Istituto della Enciclopedia Italiana (fondata da Giovanni Treccani) ha voluto pubblicare negli anni Settanta del secolo passato».

La mostra, nata su spinta del vescovo Lino Fumagalli, apre gli eventi che saranno organizzati da settembre per le celebrazioni dantesche. 

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