«Basta cene, pranzi e visite varie»: i contagi salgono, sindaci all'attacco. A Canepina chiuse le scuole

Alunni in classe
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Lunedì 8 Marzo 2021, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 15:14

“Basta cene tra amici”. Prosegue la corsa del virus nella Tuscia che porta il totale dei contagiati dall’inizio della pandemia a 12.049 e i sindaci continuano a richiamare all’ordine i cittadini. Gli ultimi dati diffusi dalla Asl parlano di ulteriori 64 casi, a fronte di 24 guariti (un decesso a Vasanello di un 86enne). I nuovi contagiati si trovano 13 a Viterbo, 6 a Canepina, 4 a Civita Castellana, 3 a Bassano Romano, a Caprarola e a Vetralla; i restanti divisi tra 22 comuni della Tuscia. Ancora una volta, molti sono i minorenni colpiti: 11 gli under18 scoperti positivi.

E le scuole continuano a essere osservate speciali. A Canepina il sindaco Aldo Moneta ha chiuso tutte le scuole di ogni ordine e grado. “Tra i 6 casi – spiega - 2 interessano le scuole di Canepina, ossia un bambino della quarta e uno della quinta elementare. Ho ordinato la chiusura di primaria e secondaria di primo grado fino a mercoledì 10 marzo”. Serrata anche per il nido comunale e l'infanzia. I nuovi casi sono scoppiati in ambito familiare, contatti secondari di un focolaio già conosciuto.

Il sindaco Moneta ripete quindi l’appello: “I bambini e i ragazzi che non vanno a scuola in virtù dell'ordinanza sindacale evitino - ricorda il contatto con i compagni e gli amici. Mi aspetto il massimo rigore da parte dei genitori nel controllare i propri figli. Mi aspetto, inoltre, comportamenti virtuosi che non prevedano pranzi, cene, incontri e visite. L'alternativa è l'adozione di provvedimenti ancora più restrittivi”.

Reprimende ai cittadini arrivano anche dal Comune di Caprarola: “La seconda ondata della pandemia non è mai finita ma assistiamo – rimarca il sindaco Eugenio Stelliferi - a comportamenti non corretti.

Il contagio domiciliare è al momento una delle forme più frequenti di diffusione del virus. Vanno messe al bando tutte quelle situazioni di socialità in cui la mascherina scende e il distanziamento anche, come le cene tra amici”.

Si chiude, intanto, con circa 800 dosi inoculate la prima settimana di vaccinazioni dai medici di famiglia. Continuano inoltre a salire le adesioni: sono 170 su 224 i dottori che si sono detti disponibili a iniettare le dosi agli assistiti (pochi giorni fa erano 140). “Siamo orgogliosi di questa prima settimana – commenta Michele Fiore, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale – che ci è servita per capire le criticità, segnalarle alla Regione Lazio che è quindi intervenuta per alleggerire le procedure burocratiche prima soffocanti”.

Ora ordinare le fiale è molto più semplice, così come registrare i pazienti vaccinati. Ma le dosi sono ancora poche: “Potremmo fare molto di più, mentre ora tutti possono ricevere un massimo di 20 dosi ogni due settimana. Ci dicono che dopo la metà di marzo le forniture saranno ben maggiori. Noi siamo pronti a sedute anche la sera fino alle 23: possiamo arrivare a 50 vaccinazioni a settimana. Che ci diano i vaccini per riuscirci”, conclude Fiore.

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