Viterbo, sul Covid appello della manager Asl: «Piano pandemico già attuato, ci sono delle difficoltà»

Daniela Donetti, manager Asl Viterbo
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Sabato 31 Ottobre 2020, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 20:11

«Stiamo investendo in risorse umane e posti letto. Abbiamo riorganizzato l’attività chirurgica in base alla complessità. Già a luglio avevamo elaborato un piano pandemico. Quando ci siamo resi conto di essere arrivati al massimo livello della saturazione, ovvero alla peggiore delle ipotesi di marzo, lo abbiamo applicato». Daniela Donetti, direttore generale della Asl, racconta come la macchina organizzativa si sia modificata in queste settimane per far fronte al continuo aumento dei casi di Covid-19, ma anche per garantire le attività sanitarie per i pazienti non contagiati.

Direttore, quanti sono i posti letto ora disponibili?
«Per la terapia intensiva, a marzo ne avevamo 9, ora sono 12. Per la sub-intensiva siamo passati da 8 a 12 e quelli di ricovero ordinario da una 50ina a 82».

Ne sono previsti altri?
«Sì, altri 12 di terapia sub-intensiva e ulteriori 9 di intensiva. Ma speriamo di non doverli usare. Abbiamo la possibilità di aumentare i posti letto Covid ordinari di altre 30 unità. Non abbiamo esaurito la capacità di accoglienza ma ci auguriamo di non arrivare al massimo».

E le risorse umane?
«Stiamo continuando ad assumere. La diffusione del virus è però talmente capillare che abbiamo difficoltà. A tutti facciamo un tampone all'arrivo: alcuni degli infermieri arrivati oggi (ieri, ndr) sono positivi».

Sul territorio avete creato l’Uscovid, come funziona?
«Si tratta di una équipe di supporto ai medici di medicina generale per gestire i pazienti Covid con sintomatologia. Crea un argine contro gli accessi impropri al pronto soccorso grazie a una corsia agevolato per sottoporsi alla Tac.

Lunedì partirà una seconda Uscovid che si concentrerà sulle case di riposo».

Anche l’attività chirurgica è stata riorganizzata, come?
«La diminuzione dei posti letto chirurgici a Belcolle a causa dell’epidemia ci ha portati a una scelta: mantenere nel polo centrale l’attività ad alta complessità, come gli interventi oncologici e le emergenze, trasferendo il resto nei presi ospedalieri periferici. Significa che ci sono équipe miste itineranti che si spostano tra Acquapendente, Civita Castellana e Tarquinia».

Viterbo ha superato i 700 contagi. Saranno necessarie altre misure?
«La situazione è molto attenzionata, anche dalla Regione. L’indice Rt (il tasso di trasmissibilità, ndr) ormai è arrivato all’1.66. Il monitoraggio è continuo».

Alla fine del lockdown, vi aspettavate un simile scenario?
«A luglio abbiamo elaborato un piano emergenziale, seguendo le indicazioni dei comitati tecnico-scientifici. Serve massima attenzione da parte di tutti i cittadini nel tutelarsi perché il virus è ormai molto diffuso in tutto il mondo. Non dobbiamo seguire gli opinionisti della domenica che per settimane hanno detto di non usare la mascherina».

Come sta rispondendo l’azienda alla pressione?
«Tutti i professionisti, indipendentemente dal ruolo, sono veramente bravi. A ciascuno va il mio ringraziamento. Ai medici e agli infermieri anche un abbraccio perché sono dei veri angeli per i pazienti».

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