Viterbo, controllore Cotral aggredito
caso archiviato dal pubblico ministero

Viterbo, controllore Cotral aggredito caso archiviato dal pubblico ministero
di Alessia Marani
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Domenica 3 Novembre 2013, 20:23 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 20:46
VITERBO - In tre anni di lavoro come controllore sugli autobus del Cotral ha gi subito tre aggressioni che lo hanno fatto finire, oltre che al pronto soccorso, in un’aula di tribunale.

Ma ora anche questo “privilegio” gli è stato negato, dal momento che la Procura ha inviato al giudice di pace di Viterbo richiesta di archiviazione in relazione all’ultimo fattaccio. Quello del 3 aprile scorso, quando dopo avere stanato due donne bulgare, mamma e figlia di 38 e 22 anni, sul pullman senza biglietto e averle rimproverate poco dopo vedendole salire su un altro autobus ancora senza ticket, s’è ritrovato in un parapiglia clamoroso al terminal Riello.



«Davanti a decine di testimoni quelle due - racconta il controllore, Riccardo D. M., 30 anni - mi hanno insultato e sputato, poi come forsennate hanno cominciato a graffiarsi il viso per fingere di essere ferite, si sono avventate su di me e hanno chiamato 112 e ambulanza». A Belcolle ci finiscono tutti e tre, Riccardo ha una prognosi di 7 giorni.



In passato venne picchiato su una corsa da Viterbo a Orte, poi a Ronciglione. Proprio in seguito alle sue disavventure e a quelle di altri colleghi della squadra verificatori, il consigliere d’amministrazione Cotral Paolo Toppi avviò la sperimentazione regionale del “controllo a vista” da Viterbo. In pratica, i controllori vengono scortati dalla pattuglia della polizia provinciale.



«Con enorme sorpresa - racconta ancora Riccardo - mi sono visto recapitare questa richiesta di archiviazione che cita come “quanto raccolto dalle indagini prodotto da comando di polizia locale non consentono di estrapolare elementi utili volti a sostenere con efficacia l’azione penale nei confronti degli uni o degli altri indagati”. Ma nè io, nè i testimoni siamo mai stati chiamati a dire la nostra. Dopo il danno, l’ennesimo, la beffa».
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