Villa Immacolata, i parenti dei pazienti: «Ci dicevano va tutto bene, si sono mossi tardi»

La signora Bernardina Bartoli, 92 anni, con la figlia
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Venerdì 3 Aprile 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 13:00

«Ci dicevano che andava tutto bene. Mia madre era entrata solo per una riabilitazione, ora è in fin di vita». Dopo il dolore, la rabbia. Quello di Luciana Manipoli: da martedì sera la mamma è stata trasferita da Villa Immacolata a Belcolle per una crisi respiratoria. Ed è risultata positiva al Covid19. Ma anche la rabbia di Simona: «Si sono mossi troppo tardi». Lei nella casa di cura ha ancora la madre e lo zio. Tutti nello stesso reparto, quello al terzo piano dove lavorava Fiorella Biribicchi, l’operatrice contagiata.

Viterbo, il caso Villa Immacolata. «Mia madre è positiva, non ci hanno neanche detto che stava male»

Bernardina Bartoli ha 92 anni: sta lottando per la vita. E i figli contestano le misure adottate da Villa Immacolata.  «Non ci hanno neanche detto che stava male», accusa Antonio Manipoli. «Secondo loro – dice Luciana (nella foto con la madre) - andava sempre tutto bene. Ma noi non siamo potuti più entrare dal 9 marzo e non potevamo sapere la verità. Per cui ho dei dubbi. Avevo anche chiesto da diversi giorni di fare controlli a tappeto». E il motivo c'è: Fiorella Biribicchi, l’operatrice in coma farmacologico e positiva al Coronavirus, lavorava proprio lì, al terzo piano. E lì era anche l’altra paziente contagiata di Montalto di Castro.

«Biribicchi la conosco – continua Luciana Manipoli - a volte mi rassicurava sul fatto che la mamma che con lei mangiava. Dunque c’è stata a contatto stretto: per questo ho chiesto subito i tamponi. La risposta? Ma no, ha lavorato solo fino al giorno tot, non è stata a contatto. Invece non è così e adesso si vede il risultato della loro scarsa tempestività».

Non è tutto. «C’era una signora nel letto vicino a mia madre, nella stessa stanza, mercoledì sera dopo tanta fatica sono riuscita a recuperare il numero dei figli: anche a loro avevano detto che andava tutto bene. Per mia madre purtroppo credo sia tardi, è il mio più grande rimpianto e rimorso. Ma spero che questo sfogo possa essere utile ad altri: anche se servisse a salvare una sola persona sarebbe tanto, perché in quel reparto c’è un comportamento che non va bene. Abbiamo pure scoperto per caso che stavano portando la mamma al pronto soccorso».

Poi c’è Simona: sua madre ha la febbre ed è in attesa del responso del tampone. «Da parte di Villa Immacolata – commenta - non c’è stata chiarezza. Hanno dato le mascherine ai loro dipendenti ma dovevano metterle anche ai pazienti. Sono stati infatti tutti esposti». Dargliele ora?  «Va fatto, ma è stupido: bisognava muoversi prima. Mi auguro che i miei famigliari non siano tra i contagiati. Mia madre deve essere trasferita in una struttura oncologica, ma siccome ha avuto la febbre non possono mandarcela. E della febbre non l’ho saputo neanche subito: mi è stato riferito il giorno dopo».

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