​Viterbo, il coronavirus nelle Rsa: ora la Procura indaga su tutte quelle della Tuscia

Il Tribunale di Viterbo
di Maria Letizia Riganelli
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Sabato 18 Aprile 2020, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 19:34
Coronavirus nelle Rsa, la Procura di Viterbo al lavoro per fare luce. I magistrati di via Falcone e Borsellino hanno aperto un fascicolo per capire cosa sta succedendo e cosa è successo all’interno delle residenza sanitarie assistite durante questo periodo di emergenza.

Nel Viterbese sono 80 le strutture accreditate e alcune di queste, nei giorni scorsi - in particolare Villa Immacolata a e Villa Noemi - sono balzate alla cronaca per i numeri del contagio. Nella casa di Celleno dei 40 pazienti ospiti 39 hanno contratto il Covid-19 e non sono mancati i morti. Infettati anche sanitari e ausiliari in forza alla struttura. A Villa Immacolata il contagio è stato meno diffuso, nonostante ciò si contano ancora i decessi. L’ultimo è stato comunicato proprio ieri dalla Asl di Viterbo.

A fronte di queste notizie la Procura ha quindi deciso di vederci chiaro. In particolare è stato aperto un registro degli atti che non costituiscono una notizia reato. Il fascicolo costituisce l'avvio per le indagini preliminari. Al momento sono stati già acquisti dei documenti di alcune strutture e i magistrati sono al lavoro sulla normativa per l’accreditamento e la funzionalità delle strutture.

L’attenzione quindi è puntata su tutte le Rsa presenti nel territorio e non su una in particolare. La fase è ancora quello dello studio e dell’acquisizione documentale. Nel frattempo la Asl di Viterbo, in questi giorni, ha continuato a fare tamponi a tappeto a tutti i pazienti delle rsa del Viterbese. Solo nel Comune di Celleno, zona rossa dopo l’esplosione del focolaio di contagi a Villa Noemi, sono stati processati, dal laboratorio di genetica molecolare di Belcolle, tutti i campioni prelevati nelle altre case. Un lavoro che continuerà anche nei prossimi giorni. I risultati saranno acquisti anche dalla Procura che avrà ulteriore materiale su cui lavorare.

Sempre nel palazzo di Giustizia ieri mattina è stato sottoscritto un protocollo che permetterà, nel periodo di emergenza sanitaria, la celebrazione per via telematica da remoto delle udienze relative alle convalide degli arresti e dei fermi operati dalla polizia giudiziaria, dei processi celebrati con rito direttissimo e degli interrogatori di garanzia dinanzi al gip a seguito di esecuzione di misure cautelari personali. Le udienze si terranno mediante l'utilizzo di applicativi informatici che consentiranno il collegamento a distanza tra giudice, pubblico ministero, difensori e parti del procedimento.

«Si coglie l'occasione per ringraziare tutte le forze dell’ordine - scrive la presidente del Tribunale Maria Rosaria Covelli - hanno aderito al protocollo e metteranno a tal fine a disposizione personale, locali e mezzi necessari ai fini del collegamento dai rispettivi uffici con le persone arrestate o fermate».
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