La quarantena senza pattini della campionessa Delfino. «E' dura, ma torneremo a sognare»

Ludovica Delfino
di Marco Gobattoni
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Venerdì 17 Aprile 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 17:01
Di solito è abituata a volare libera, sospesa nel tempo e nella bellezza delle coreografie da brividi. Brividi interrotti da un virus che ha chiuso dentro una gabbia di ferro la bellezza di uno sport che unisce tecnica e sforzo fisico.

Ludovica Delfino – stella viterbese del pattinaggio artistico su rotelle – sta vivendo questo periodo di blocco sportivo e non solo con i dubbi e la frenesia di chi, naturalmente, non è abituata a restare immobile. La primavera apre la stagione delle competizioni: campionati Italiani e soprattutto Mondiali in programma in Paraguay che avrebbero visto l’atleta viterbese tra le protagoniste: tutto rinviato o bloccato, con i pattini rimasti sigillati all’interno delle borse d’allenamento.

«Siamo in attesa di capire cosa accadrà nei prossimi mesi – racconta al telefono Delfino – è tutto fermo, viviamo un tempo sospeso e sinceramente non avrei mai immaginato di vivere una cosa del genere. Gli impianti dove mi alleno sono chiusi; qualche giorno fa mi sono infilata i pattini e sono andata a fare una passeggiata intorno a casa: è stata una sensazione bellissima». Per il resto, allenamenti in clausura: lavoro sul fisico ma soprattutto sulla mente che in questo periodo fa fatica ad essere alimentata.

«E’ un po’ come per i calciatori: non possono allenarsi con il pallone e noi non possiamo allenarci con il nostro attrezzo – racconta la campionessa del Mondo – non sono una da divano; sto attenta all’alimentazione e svolgo esercizi a corpo libero. Quello che mi preme però in questo momento è mantenere alto il livello di concentrazione: attraverso dei video che ci ha mandato la Federazione svolgiamo esercizi che possono essere paragonati allo yoga: mi ritrovo seduta sul divano a immaginare una competizione con tantissimo pubblico che ci applaude». Per ora è immaginazione, visto che all’orizzonte non si scorge una ripresa.

«Il nostro è uno sport di semi contatto. Impensabile svolgere coreografie con le mascherine: potrei accettare l’assenza di pubblico, ma vediamo cosa decideranno; per il momento i Mondiali in Paraguay sono confermati per ottobre». E poi c’è il discorso economico. «Si parla molto di calcio, ma gli altri sport non devono essere lasciati in secondo piano. La nostra è una Federazione povera, per uno sport che per essere praticato richiede anche sacrifici finanziari. Per dopo ho paura che il numero di praticanti si ridurrà in maniera sensibile».

Ma sarà comunque bellissimo. «A costo di cadere continuamente sarei disposta a riprendere allenamenti e competizioni anche domani mattina».

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