Il maestro Paternesi: «Sarà una Pasqua tra le mie rose e i miei quadri, in campagna a Viterbo»

Alessio Paternesi
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Domenica 12 Aprile 2020, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 14:40
La Pasqua diversa da sempre di Alessio Paternesi, l'atrista - pittore e scultore - che da anni vive a due passi da Viterbo, nella "sua" campagna. 

Il testo è stato raccolto da Maria Letizia Riganelli

Anche a Pasqua starò nella mia casa in campagna. Tra i consueti lavori domestici, l'immancabile arte a farmi compagnia. E mia figlia che mi chiama per dirmi che non devo assolutamente uscire. Sapesse quanto mi manca, il non riuscire a vederla. Io sono innamorato della natura, mi piace vivere in campagna. Ormai ho un'idea quasi francescana della vita. E questa quarantena - spiega - non mi ha sconvolto più tanto le abitudini.

Questo rapporto è iniziato negli anni '70, allora vivevo a Roma vicino piazza di Spagna e andavo a correre a Villa Borghese. Deve essere lì che mi sono innamorato. A distanza di anni, ho scelto la campagna come residenza e vivo questa mia vita qui, ultra felice di starci. Non mi manca molto la città. Non uscivo nemmeno prima, l'unica concessione era il sabato mattina. Andavo in centro fino al Caffè centrale con un amico per fare colazione e fare un paio d'ore di chiacchiere. Ovviamente questo mi manca, ma tornerà. Come mi manca non vedere mia figlia.

Facendo quello che faccio solitamente e cioè curo le mie rose. Sto in giardino a contemplare questo paradiso perduto che ho davanti. Leggo, dipingo almeno quattro ore al giorno, mi dedico a un progetto importante e poi parlo al telefono. Non al cellulare, che non ho mai avuto, quello ce l'ha mia moglie. Io uso solo il telefono di casa. In questi giorni tutti possiamo essere soli. Ma abbiamo tante cose da scoprire, dal paesaggio alla poesia, dalla musica ai libri. Il fatto è che ci manca sempre tempo, ora però lo abbiamo e possiamo approfondire. Non mi sento prigioniero, io sono libero e amo le persone libere, certo la libertà ora è la cosa che un artista sente meno presente.

Che altro faccio? Da diversi mesi con il mio caro amico Beniamino Mechelli stiamo portando avanti un progetto su Dante Alighieri. Il progetto è tutto suo io sono solo molto felice di farne parte. Vogliamo celebrare i luoghi viterbesi celebrati nella Divina Commedia. Io penso alle illustrazioni mentre Beniamino pensa a tutto il resto. Dal contattare le scuole e i sindaci. A me piace il lavoro dietro le quinte. Tutto nasce da un libro del 1960 di Franca Zambonin, insegnate di lettere del liceo classico di Viterbo. Lei scrisse Viterbo città dantesca. Noi vogliamo rieditarlo con nuove illustrazioni. Ovviamente, quando tutto questo finirà, con la partecipazione delle scuole e degli studenti della Tuscia.
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