Coronavirus, l'allarme di Confesercenti Viterbo: «Bene gli aiuti del Comune ma ora serve un piano»

Coronavirus, l'allarme di Confesercenti Viterbo: «Bene gli aiuti del Comune ma ora serve un piano»
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Martedì 3 Novembre 2020, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 11:41

«Misure che vanno nella giusta direzione ma che restano di contenimento». Per salvare le imprese dalla piena del coronavirus, insomma, servirà uno sforzo in più. Così Vincenzo Peparello, presidente di Confesercenti, a pochi giorni dallo stanziamento di 315mila euro, di cui 200mila per gli affitti e 100mila da destinare a spese sostenute per l’adeguamento alle norme anticovid, messi a disposizione per le attività colpite dell’emergenza sanitaria con l’approvazione del maxiemendamento al bilancio di previsione 2020.

Una boccata d’aria fresca per i negozi del centro, alle prese con una violenta crisi di liquidità. «È come se, da un giorno all’altro, avessero chiuso i rubinetti – spiega Alessandra Di Marco, presidente di Viterbo capitale medievale -. Non ci aspettavamo niente di troppo diverso ma non una caduta così repentina. Il fine settimana ha tenuto, per il resto gli incassi sono crollati». Con lo spettro di nuove limitazioni in arrivo fondamentale, per evitare quella che Peparello non ha paura di chiamare ‘macelleria’, diventa la risposta unitaria.

«La politica ha dimostrato di saper essere coesa se vuole e da questo dobbiamo ripartire – spiega –. Il momento è difficile, per le imprese non è stata così dura neppure nel quadriennio 2008 – 2012. Rischiamo di perdere centinaia di posti di lavoro». La risposta passa da un tavolo di lavoro.

Richiesto dalle associazioni di categoria da mesi allo stesso modo dei sindacati con la ‘piattaforma per il rilancio del territorio’ convocata a giugno e rimasta inceppata.

 «L’accesso ai fondi comunale, in questo caso di 1000 euro cumulabili, è uno strumento di primo soccorso utile come lo sono il piano regionale e i prestiti agevolati che potrebbero essere messi a disposizione dall’Unione europea – insiste Peparello – ma per il rilancio di un tessuto già fragile prima dell’epidemia serve altro».

Un piano che tocchi soprattutto il centro storico e vada a incidere fattivamente, e non come un salvagente, sulle spese che rappresentano il capitolo più pesante per le imprese: gli affitti. «Questo perché i numeri parlano chiaro – continua –. Le perdite nella Tuscia, finora, sono nell’ordine di milioni di euro e se il Natale non riuscirà a garantire quella spinta sufficiente il saldo sarà ancora peggiore. Il sistema poi non ripartirà immediatamente, il calcolo parla di tre anni per la ripresa». Nel dettaglio, Peparello ipotizza un abbattimento dell’Imu di competenza comunale per i proprietari dei locali in cambio di uno sconto, tra il 20 e il 30%, del canone concordato. «Ma non si può più aspettare – conclude – altrimenti non ci saranno fondi di sostegno e ottime intenzioni che permetteranno di evitare il crollo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA