Viterbo in coda nella classifica delle capacità amministrative, il Pd: «Sette crisi in 3 anni, ecco i risultati»

Viterbo in coda nella classifica delle capacità amministrative, il Pd: «Sette crisi in 3 anni, ecco i risultati»
di Luca Telli
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Mercoledì 22 Settembre 2021, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 14:36

Il report di Fondazione Etica che piazza Viterbo al 102esimo posto tra 109 comuni capoluoghi di provincia per capacità amministrative tiene accessi, perché non si sono mai spenti, i riflettori sulle difficoltà che sta incontrando il governo Arena nel far girare la macchina comunale.

Capacità amministrativa, Viterbo in fondo alla classifica tra i capoluoghi italiani

«Si tratta di un’indagine che deve per forza spingere a un riflessione – spiega il capogruppo della Lega a Palazzo dei Priori Andrea Micci -. Ci sono delle questioni sul tavolo che vanno discusse e che è sarebbe il caso di affrontare quanto prima». Un commento secco quello di Micci, voce di un partito che non ha reso la vita troppo difficile al sindaco Arena, ma il successivo silenzio imbarazza forse più di quanto volesse tutelare i problemi di una maggioranza congelata nella sua azione. Gli scarsi risultati della quale sono certificati, è bene ricordarlo, da documenti usciti proprio dal Comune.

Un’apatia che, a questo punto, crea mal di pancia diffusi e trasversali anche all’interno delle varie anime su cui poggia la maggioranza Arena opinione delle quali è quella sì di non prendere il rapporto come oro colato ma neppure di ignorarlo. «I limiti dell’amministrazione comunale, prima che organizzativi, sono politici – attacca Alvaro Ricci, capogruppo del Partito Democratico -.

Quello che esce fuori dal rapporto è lo specchio di una situazione rimasta irrisolta dal primo giorno di mandato: una maggioranza divisa, litigiosa e che sceglie di non decidere».

Come nel report anche in questo caso sono i numeri a fare la differenza: «Sette crisi in 3 anni – continua Ricci - Disaccordo totale sugli investimenti e bandi persi per mancanza di visione comune». L’ultimo caso, spiega Ricci, il bando sport e periferie finalizzato alla creazione o rigenerazione di impianti nelle aree svantaggiate in Italia. «Siamo l’unico capoluogo di provincia del Lazio a non aver presentato richiesta. Decaduti i termini, rimaniamo ancora una volta a guardare – aggiunge Ricci - e dire che di lavori ce ne sarebbero». Ma non è tutto: «perché succede poi che quando i soldi ci sono il Comune non sia in grado di spenderli. Ci sono 3 milioni di avanzo da utilizzare e non è stato attivato il mutuo da 5 milioni per le strade».

La legislatura ha superato ampiamente il giro di boa e i dubbi su una ripresa appaiono a questo punto legittimi. «Non si sono messi d’accordo finora. Se non riescono a mettere pace tra loro spero che almeno provino ad ascoltare le proposte della minoranza alle quali sono rimasti sordi».

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