Viterbo. Parentopoli civitonica
«I coinvolti si dimettano»

Viterbo. Parentopoli civitonica «I coinvolti si dimettano»
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Venerdì 15 Novembre 2013, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 12:30

VITERBO - Lo scandalo della parentopoli dei consiglieri comunali di Civita Castellana che avrebbero pilotato l'assunzione di figli, mogli e nuore presso un grande magazzino di prossima apertura si allarga. E promette nuove sorprese che verranno riportate sull'edizione del Messaggero domani (16 novembre) in edicola.

Intanto, il terremoto politico è scoppiato.

La notizia delle possibili assunzioni pilotate da parte di nutrito gruppetto di consiglieri comunali (tanto di destra quanto di sinistra) perché figli, mogli e nuore, fossero assunti da un grande magazzino di prossima apertura raccoglie la condanna senz’appello da parte dei cittadini. Disgustati e amareggiati, ieri a Civita Castellana non si parlava d’altro.

La rabbia è salita alle stelle, tra le centinaia di cassintegrati, mobilitati e disoccupati, che non sanno come arrivare a fine mese che si sono sentiti “scippati” di un posto di lavoro. C’è persino chi ha proposto di andare a contestare davanti al megastore il giorno della sua inaugurazione. Non sono mancati nemmeno siparietti come quello che ha visto gente entrare in Comune e chiedere dove protocollare la domanda di assunzione.

E i partiti? C’è chi cade dalle nuvole come il Pd; chi è furioso come Sel e Rifondazione; chi, come il centro destra, preferisce un silenzio imbarazzante. Eccetto Fratelli d’Italia: «I protagonisti di questa spartizione devono togliere il disturbo». Il primo ad alzare la voce è stato il meetup “Amici di Beppe Grillo”: «Se fossimo in un’altra nazione - spiega la portavoce Adele Caprio - i consiglieri coinvolti si sarebbero già dimessi».

Quanto alla coalizione in via di scioglimento del centro sinistra, Sel e Rifondazione Comunista sono intenzionate a uscire della maggioranza insieme ad altri consiglieri comunali che si ritengono danneggiati. «Chi ha sbagliato al nostro interno deve rassegnare le dimissioni - va giù duro il segretario di Rifondazione, Angelo Conti -; non ci sono giustificazioni. È una questione etica, morale e di rispetto nei confronti di chi è senza lavoro e della città. Ma altrettanto debbono fare quelli del Pd».

Nel Pd, però, cadono dal pero. «Il partito non sapeva nulla - sostiene il segretario Antonio Zezza - tantomeno il sottoscritto». Provvedimenti? «Quali provvedimenti - replica - da quanto ho saputo questa proposta è venuta fuori dai banchi dell’opposizione. Se qualcuno dei consiglieri comunali del Pd ha presentato una domanda di assunzione per lui o per un parente non ha fatto cose strane». Evviva la questione morale.

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