Cosmin Tebuie, appena 26enne, è morto in cella. La polizia penitenziaria domenica mattina alle 8 lo ha trovato senza vita nel suo letto. E’ l’ennesima morte che avviene all’interno dell’istituto penitenziario viterbese. Sul decesso la procura ha aperto un fascicolo, sopratutto per capire come sia potuto accadere che un detenuto così giovane sia spirato nel sonno, poco dopo essere andato a dormire.
Cosmin Tebuie era originario della Romania e stava scontando nel carcere di Mammagialla una pena di quattro anni per rapina e incendio. Fatti accaduti nel 2021 a Borgo Grappa, frazione di Latina, città in cui risiedeva il ventiseienne e per i quali era stato già giudicato. Secondo quanto ricostruito fino ad ora dagli inquirenti, il 26enne non si trovava in cattive condizioni di salute. Poche ora prima di morire avrebbe fatto, quella che poi è diventata, l’ultima telefonata ai parenti. Li avrebbe rassicurati sulle sue condizioni di salute: «Sto bene, non vi preoccupate». Ma nel corso della notte qualcosa deve essere successo.
La dinamica è avvolta nel mistero.
Dall’esame esterno del corpo sembrerebbe che non ci siano segni di violenza evidenti. Al momento la pista più accreditata sembrerebbe essere quella della morte per cause naturali. La conferma, o me, del malore arriverà solo dopo che il medico legale a cui sarà affidato il delicato incarico avrà eseguito tutti gli esami.
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