Biblioteca Ardenti: ristrutturazione del palazzo con una nuova vista che cambia la piazza `

I volumi storici contenuti agli Ardenti
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Mercoledì 7 Aprile 2021, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 15:31

Un progetto di ristrutturazione che racchiude un nuovo spazio urbano. Passa dal recupero del patrimonio della storica biblioteca comunale degli Ardenti, con il prezioso contenitore di Palazzo Santoro, uno dei pochi interventi sul centro cittadino degli ultimi anni. Con la creazione di un nuovo spazio aggregativo e funzionale alla circolazione urbana.

E' al via la messa in sicurezza dei locali di piazza Verdi (da mettere anche a norma), per ridare spazi idonei alla conservazione e consultazione di opere storico-letterarie preziosissime, fondamenta della memoria culturale di una comunità. Ma per fare anche altro, come mettere in collegamento, attraverso un doppio ingresso al piano stradale, piazza Verdi con la retrostante piazza diroccata di Campoboio. La vergognosa ferita in mezzo alla città che resiste dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale (maggio 1944), per la quale è allo studio un tentativo di recupero.

L'idea concettuale che anima il Consorzio biblioteche (ente nato decenni fa per unire i patrimoni librati di Comune e Provincia) è avere in un unico spazio tutti i volumi e i reperti più importanti. Quello di Palazzo Santoro non sarà sufficiente, ma esserne la sede operativa e la vetrina dell'istituzione biblioteca sì. I lavori in corso al palazzo intanto puntano a mettere al riparo volumi, pergamene, archivi ecc. dopo anni di scarsissima cura. Pioggia (dal tetto), umidità, sistemi di conservazione vetusti e mancati recuperi mettono a rischio pezzi rari del patrimonio pubblico.

Poi arriverà il cantiere per realizzare l'ascensore interno, nuovi spazi di conservazione, di consultazione e fruizione della struttura.

Buona fetta delle risorse arriva dall'apposito bando della Regione (200mila euro), altre dalla Fondazione Carivit e da privati. Da questi ultimi è atteso anche il progetto definitivo, con disegni e rendering su come cambierà - e come sarà vivibile - il nuovo polo culturale.

L'antico palazzo mostra i limiti dovuti agli anni e alla scarsa attenzione. «Molti volumi li abbiamo già spostati altrove, al sicuro e consultabili su richiesta. Torneranno fruibili subito dopo la conclusione dell'intervento», dice il commissario Paolo Pelliccia. Il lavoro di ri-catalogazione e archiviazione è affidato a Lorenzo Abbate, che cura l'archivio storico del consorzio. «In effetti molto passa dalle donazioni dei privati - aggiunge Pelliccia - grazie ai quali prima della fine dell'estate prossima potremo iniziare con le opere. Poi sarà necessario un restauro dei volumi più danneggiati, per il quale contiamo di avere fondi dalla Regione, dal Ministero e magari dall'Unione europea».

Dell'indolenza, termine spesso parente dell'incapacità, che caratterizza i consessi cittadini non fa difetto l'attuale. Una visione organica del centro non compare all'orizzonte e per piazza Verdi si rischia l'ennesima incompiuta municipale, che tutto quello che di negativo per residenti e operatori comporterebbe. Che sia un'istituzione altra dalla progettazione pubblica, come una biblioteca seppure di proprietà comunale, a proporre e realizzare una nuova visione urbana, non può che essere supportato.

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