Viterbo, tangenti per i servizi funebri
Tre arresti all'ospedale di Belcolle

Una ripresa video dell'indagine
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Venerdì 9 Maggio 2014, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 22:30
I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Viterbo hanno eseguito in queste ore una ordinanza di custodia cautelare - agli arresti domiciliari - nei confronti dei tre addetti alla camera mortuaria dell'ospedale di Belcolle.





Sono ritenuti responsabili in concorso del reato di corruzione continuata. L'attività investigativa, condotta anche tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha consentito di raccogliere nei

confronti dei tre, incaricati di pubblico servizio come necrofori presso la camera mortuaria dell'ospedale, gravi indizi di colpevolezza in ordine a ripetuti episodi di corruzione. Di fatto, avrebbero accettato somme di denaro elargite da titolari e addetti di agenzie funebri compiacenti, in cambio dell'intermediazione con i famigliari dei pazienti deceduti in ospedale per

l'affidamento del servizio funebre.



In alternativa, i tre fornivano atti o servizi non dovuti e contrari ai propri doveri d'ufficio, in violazione degli obblighi di fedeltà ed imparzialità verso l'amministrazione pubblica di appartenenza. L'attività investigativa, iniziata nel settembre 2013 e coordinata dal magistrato Paola Conti della Procura viterbese, ha consentito di fare luce su una consolidata prassi di «corruzione ambientale».



L'indagine ha avuto origine dalla segnalazione della stessa direzione sanitaria dell'ospedale, che nel corso di alcune riunioni organizzative sulla medicina necroscopica aveva raccolto le lamentele di alcuni titolari di agenzie funebri. I quali parlavano di una consolidata prassi di dazioni di denaro ai necrofori, adottata da alcune agenzie per ottenere illeciti favoritismi nella gestione della sala mortuaria.



L'Asl in tale vicenda è parte offesa dalla condotta dei propri dipendenti infedeli. È stato anche accertato che

uno degli arrestati era un vero e proprio socio occulto di una agenzia viterbese, dove peraltro lavorano i propri figli, e non perdeva occasione per favorirla nel redditizio business della gestione dei funerali dei soggetti deceduti presso l'ospedale Belcolle. Contestualmente ai tre dipendenti dell'Asl sono stati denunciati all'autorità giudiziaria altre trentaquattro persone, tra titolari e dipendenti di agenzie funebri, che si prestavano al pagamento delle tangenti per ottenere dei vantaggi.



La loro posizione è al vaglio della magistratura. Ingente il giro di affari inerente i servizi funebri relativi ai deceduti, calcolato in oltre 3 milioni di euro annui.

L'operazione «Anubi» prende il nome, vista l'attività svolta, dalla divinità egizia protettrice delle necropoli e del mondo dei morti, considerato anche

«colui che presiede all'imbalsamazione».
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