Baristi e ristoratori, con le chiusure anticipate un colpo da ko

Baristi e ristoratori, con le chiusure anticipate un colpo da ko
di Luca Telli
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Domenica 13 Dicembre 2020, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 17:47

Chiusura alle 18 fino a primavera, baristi e ristoratori sul piede di guerra. «Per noi racconta Ivan Guerrini del Bar Centrale di piazza del Comune sarebbe un colpo da ko». Al fianco degli imprenditori pronte a scendere in campo anche le associazioni di categoria, in prima fila Confesercenti che presenta a Comune, Regione e Governo una lista di punti per superare la crisi (domani alle 15 la Fiepet, Federazione esercenti pubblici e turistici, scenderà in piazza a Roma, al Pantheon). «Chiediamo interventi netti: la cancellazione dell'Imu anche per tutto il 2021, il tax credit per le locazioni, esenzione di Irap, Tari, Tosap e Cosap», spiega il presidente provinciale Vincenzo Peparello. Che aggiunge: «Serve una fiscalità di vantaggio in favore delle imprese che hanno avuto una contrazione del volume d'affari 2020 rispetto al 2019 superiore al 50%. Credito d'imposta per gli affitti e stop agli sfratti per il 2021. Moratoria per tutto il 2021 per mutui e finanziamenti. Per tutte le imprese giabeneficiarie dei 25mila euro chiediamo un ulteriore somma minima di 50mila con garanzia statale al 100%, senza la necessità di una nuova istruttoria bancaria e da restituire in 15 anni con pre-ammortamento di 2 anni».
Un progetto di sostegno e rilancio che potrebbe non arrivare in tempo per salvare decine di aziende già in crisi e in odore di chiusura a fine 2020. «Proverò a resistere ma ogni settimana che passa diventa più difficile spiega Mario Di Dato, chef e proprietario del ristorante o' Sarracino di via Cavour -. Il mancato incasso di dicembre mette la pietra su un anno durissimo, la conta dei danni si vedrà nel 2021. Chiusure fino a marzo? Gennaio e marzo sono momenti in cui il calo è fisiologico, se sarà questa la strada che il governo prenderà allora bisognerà rivedere il piano ristori. Calcolarli su un periodo di per sé morto sarebbe ridicolo». Il mese e mezzo di chiusura imposto con la seconda ondata ha già provocato danni pesanti che sommati a quelli di marzo aprile disegnano un quadro a tinte scure. Ancora peggiore per gli esercenti del centro storico, più penalizzati rispetto alla attività all'esterno della cinta muraria, nonostante lo sforzo del Comune e i fondi di sostegno messi a disposizione. «Novembre è stato un mese duro, non siamo riusciti neppure a raggiungere il pareggio con le spese», spiega Guerrini che sulla possibile proroga alle limitazioni oraria prova a scherzare: «Cosa farò? Probabilmente me ne andrò in vacanza».
 

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