Rischio paralisi per il servizio idrico integrato a fronte dell'aumento esorbitante della bolletta elettrica: non escluso lo stop di potabilizzatori e depuratori. È quanto si legge in una nota inviata nelle scorse settimane dall'amministratore unico di Talete, Salvatore Genova, ai sindaci-soci della spa idrica. «Una situazione drammatica», l'ha definita il capogruppo Pd a palazzo dei Priori, Alvaro Ricci, che sull'argomento ha presentato ieri una interrogazione in apertura di consiglio: «Si parla di costi 5 volte più alti rispetto a un anno fa».
Da Ricci la richiesta alla sindaca Chiara Frontini di convocare una seduta urgente aperta allo stesso Genova e al presidente dell'Ato, «così da mettere in campo una strategia condivisa per affrontare l'emergenza e per informare la cittadinanza». Tra le proposte su cui si ragiona, la costituzione di un Ato unico regionale. «Niente catastrofismi, nessun cittadino si vedrà l'acqua razionata», ha risposto la sindaca. «L'ente di governo dell'Ato ha chiesto già un incontro con Arera. Vedremo in che modo l'Autorità potrà supportarci. Sarà anche l'occasione per fare il punto sulla richiesta di accesso al fondo di perequazione di 40 milioni di euro. Poi convocheremo il consiglio. Parlarne prima non porterebbe a niente».
Ma cosa scrive Genova ai sindaci? «Qualora dovesse essere confermato l'andamento registrato del costo dell'energia, la fornitura elettrica porterebbe un maggiore costo annuo valutabile in 32 milioni e 400 mila euro, con conseguenze dal punto di vista economico catastrofiche.
«Oltre ai cittadini che potrebbero vedersi l'acqua razionata e alle conseguenze sull'ambiente a causa dello stop alla depurazione, tutto ciò rischia di impattare pesantemente anche sugli equilibri finanziari dei soci», ha evidenziato Ricci. La minoranza, escluso Per il Bene comune, chiederà il consiglio straordinario. Ieri è stato anche approvato il regolamento dei consigli territoriali: le elezioni a primavera del prossimo anno. «Era una promessa, l'abbiamo mantenuta», ha detto Frontini.