Est!Est!!Est!!! di Montefiascone: si potrà fare col 35% di uve non locali. Zucchetti: "Una vergogna"

Una vigna sul lago
di Federica Lupino
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Giovedì 7 Aprile 2022, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 16:15

L’Est!Est!!Est!!! cambia sapore? Per i palati più esperti, sicuramente. Perché dopo la pubblicazione avvenuta in Gazzetta ufficiale del nuovo disciplinare, potrà essere modificata la “miscela” di vitigni da cui nasce il famoso nettare doc, simbolo in Italia, e non solo, di Montefiascone.

Prima il regolamento recitava che “i vini a denominazione di origine  controllata  «Est! Est!! Est!!! di  Montefiascone»  devono  essere  ottenuti  dalle  uve prodotte dai  vigneti  aventi,  nell'ambito  aziendale,  la  seguente composizione ampelografica:  trebbiano toscano, localmente detto procanico, dal 50% al 65%; trebbiano giallo, localmente detto rossetto dal 25 al 40%; malvasia bianca lunga e/o malvasia del Lazio dal 10 al 20%. Possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni di colore analogo,  non  aromatici,  idonei  alla  coltivazione  per  la regione Lazio, da soli o congiuntamente,  nella  misura  massima  del 15%”. Ed è proprio questa ultima percentuale a essere stata modificata, portandola fino alla “misura massima del 35%”.

La bolla senza mezzi termini come “una scelta di cui vergognarsi” Carlo Zucchetti, enogastronomo, giornalista e membro del consiglio di amministrazione dell’Enoteca provinciale Tuscia. A proporre la modifica è stato il Consorzio per la tutela dell’Est!Est!!Est!!! , riconosciuto con decreto dell’allora ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali il 14 dicembre del 2015 e scioltosi lo scorso anno, poco dopo aver dato il via alla procedura per la modifica (non l’unica, tra l’altro, promossa in pochi anni di esistenza), chiusasi con la recente pubblicazione in Gazzetta. “In quasi tutti i disciplinari dei vini doc – afferma l’esperto - è possibile prevedere il 15% di altri vitigni della regione.

Non per il Brunello né per il Barolo, ad esempio. In ogni caso il 35% significa snaturare l’Est!Est!!Est!!!. Vuol dire inserire vitigni come lo Chardonnay che costano meno perché si piantano ovunque, anzi sono i più coltivati al mondo, ma che non c’entrano con la storia di Montefiascone”. Il rossetto, il procanico e la malvasia per Zucchetti sono invece espressione diretta della cultura del territorio.

“Aumentare al 35% la possibilità di utilizzare altre uve significa cambiare il gusto, cambiare l’idea stessa del vino”, incalza. Infine, una stoccata al consorzio: “In tutto il mondo si valorizzano le biodiversità e i vitigni storici o autoctoni, qui – conclude - si privilegia altro. Snaturare la seconda doc italiana, nata nel 1966, è stato l'ultimo capolavoro partorito da menti eccelse. Non contenti hanno sciolto pure il Consorzio di Tutela mentre ovunque si organizzano nuove aperture”.

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