Uno di questi interessi era quello legalo al Vinitaly, la manifestazione di settore che ogni primavera si tiene a Verona. Così emerge dalle informative degli inquirenti allegate al faldone depositato agli atti dell’inchiesta.
I SOLDI DEL VINITALY
«Senza freni inibitori», dicono i detective della Birindelli. Sul fronte Vinitaly, «non ha esitato a esercitare pressioni in considerazione della carica istituzionale rivestita nei confronti dei vertici dell’ente Verona Fiere, allo scopo di imporre, per trarne vantaggio economico, delle ditte a lei vicine, utilizzando l’Arsial a tale scopo». Arrivando perfino a chiedere all’azienda Arsial di stornare 200mila euro dagli stipendi dei dipendenti. La bomba scoppia alla vigilia del Vintaly 2012, quando Giuseppe Fiaschetti mette in forse la partecipazione della Assist Group per il mancato pagamento delle fatture del 2011. L’assessora ne parla con il sindaco Giulio Marini, «lamentandosi per la mancanza di tempo utile al reperimento di altre ditte», invitando Fiaschetti «a fare pressioni su Verona Fiere in quanto la Regione Lazio ha già predisposto i mandati per i pagamenti» e dicendo a Roberto Ottaviani di disporre «un bonifico di 500mila euro a favore di Verona Fiere, per ammorbidire la posizione dell’ente».
In questo contesto «decide assieme al direttore generale, con la complicità di Erder Mazzocchi dell’Arsial, di effettuare un ulteriore bonifico di 200mila euro a favore dell’Ente Fiera, che servirà per coprire parte delle richieste avanzate dalla Assist Group. E al commissario straordinario «chiede di distrarre 200mila euro dai fondi stanziati per il pagamento degli stipendi dei dipendenti Arsial e di girarli come pagamento dei debiti pregressi nei confronti di Verona Fiere per l’organizzazione del Vinitaly 2011».
IL RUOLO DI FIASCHETTI
Si scopre però che «le intenzioni di Fiaschetti, successivamente avallate dall’assessore, sono diverse e consistono nel girare la commessa dei lavori per la manifestazione 2012 a due ditte – Be Spoke e We talk – a lui riconducibili». Un cambiamento di programma su quale pone il veto il direttore generale di Verona Fiere.
Al che Fiaschetti diffida l’ente dall’usare il materiale prodotto dalla Assist Group l’anno precedente e la Birindelli chiama Marini «mettendolo al corrente di quanto sta succedendo a Verona, dicendo testualmente “mi sta sfuggendo qualcosa?”, Marini replica di essere all’oscuro di ciò, assicurando comunque il suo interessamento con Fiaschetti». Si risentono poco dopo, quando «il sindaco cerca di rassicurarla e le promette che tenterà di mettersi in contatto con Fiaschetti per farlo intervenire, mentre lei torna a lamentarsi del comportamento di Fiaschetti, minacciando l’assenza della Regione Lazio alla manifestazione; alla fine della telefonata, chiede esplicitamente a Marini il suo intervento per il buon esito della vicenda».
La diffida viene ritirata, ma Fiaschetti la sollecita a recarsi personalmente a Verona per risolvere i problemi, «Angela ribatte che ha già disposto che, se non verranno accettate le sue condizioni, non faranno il Vinitaly e non pagheranno il dovuto».
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