A sollevare il tema sul giardino di Bagnaia sono stati i consiglieri Elisa Cepparotti (Lega) e Antonio Scardozzi (Fratelli d’Italia). «Il sindaco solleciti il ministro o chi di competenza per cercare le risorse per promuovere la villa – ha detto la prima - aperta solo il fine settimana». «Lì è come il Louvre – ha proseguito il secondo - ci si entra solo con la mascherina, è assurdo». Il sindaco ha convenuto che «non può rimanere chiusa. Dopo avere avuto alcune assicurazioni sempre poco convinte di aumento dell’apertura mi pare non sia successo niente. Il ministero deve assolutamente trovare le risorse. Non vorrei arrivare a un muro contro muro: l’acqua la paga il Comune. O si apre, o si chiude l’acqua. Scriverò e cercherò di mettermi in contatto con il ministro».
Poi sotto con la delibera proposta dall’assessore Marco De Carolis che punta a mettere a sistema i siti culturali cittadini di maggiore interesse, definendo il costo dei biglietti: 3,50 euro per il museo civico, 8 per palazzo dei Priori, 3 per il teatro dell’Unione. Gratuito l’ingresso per i viterbesi. Il tutto andrà a regime una volta istituito il sistema museale urbano, magari quando saranno fruibili i capolavori di Sebastiano del Piombo sotto i portici, legando infine tutto a un biglietto unico con il Museo Colle del Duomo e altre realtà. Ci sarà quindi, se si raggiungerà l’accordo con i siti non comunali, un biglietto unico del costo massimo di 20 euro.
«Facciamo una bigliettazione unica – ha spiegato il dem Alvaro Ricci - per un polo museale che non c’è e con le sale di palazzo dei Priori ridotte ai minimi termini. E’ una delibera che offende le nostre intelligenze». «Il biglietto unico dovrebbe poggiare su un museo che tira e fa da traino agli altri. Il museo di palazzo dei Priori non esiste. E il prezzo è superiore della somma dei singoli musei. E’ invotabile».
Alla fine ci sarà il via libera, come per il piano di rilancio sulle ex terme Inps, qui con l’astensione della minoranza. Ricci ha fatto comunque notare che manca la condivisione con Regione e Soprintendenza: nel primo caso perché da Roma dovrà arrivare la modifica della legge regionale, nel secondo perché c’è un vincolo sull’area dove sorge il sito.
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