“Una sfida”. Così il presidente del Fai, Mario Magnifico sul progetto “Villa Caviciana”, che vede il Fondo ambiente italiano impegnato a gestire una azienda agricola per la prima volta nella sua storia. La Tuscia come laboratorio. Siamo tra Gradoli e Gotte di Castro. Ieri la presentazione. “Sono 50 anni che il Fai recupera, gestisce, apre al pubblico monumenti di ogni tipo: castelli, ville, palazzi, piccoli e grandi monasteri in tutta Italia. Adesso cominciamo un lavoro mai fatto, siamo dei totali parvenu in questo senso”, ha detto Magnifico. Proprio per questo la fondazione ha deciso di non fare tutto da sola, ma di affidarsi a una società di imprenditori agricoltori e del supporto di un comitato di garanti (docenti universitari e altri esperti).
L’occasione si è presentata grazie alla donazione di questo spicchio di terra: “un angolo di paradiso”, 140 ettari con vigneti, oliveti, bosco e pascoli che si affaccia sul lago di Bolsena.
“E’ anche la prima volta che una famiglia straniera dona un proprio bene al Fai”, ha sottolineato Magnifico. L’ambizione è fare dell’azienda “un esempio di gestione del paesaggio agricolo e storico italiano. Non coltiveremo per produrre, ma coltiveremo e produrremo per conservare il paesaggio”.
In campo una società guidata da professionisti, come Osvaldo De Falco, 10 anni di esperienza in direzione di azienda, e Giuseppe Scala, produttore di vino da generazioni: “La priorità è mantenere la bellezza di questi luoghi, sono sicuro che supporti da questo team, da chi l’azienda la conosce, i collaboratori storici (7 lavoratori, più altri due in futuro, ndr) e dal comitato dei garanti, riusciremo a farlo nel miglior dei modi”.
Ha ringraziato il Fai Attilio Mancini, sindaco di Gradoli: “Questo progetto ci permetterà di far conoscere questi luoghi in Italia e in Europa”. “Molto felice” anche il consigliere Pietro Cioli (Grotte di Castro). I prodotti di Villa Caviciana si potranno acquistare direttamente in azienda oppure on line.
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