Vendono pellet a prezzi concorrenziali, ma è un truffa. Sono finiti alla sbarra con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sei imputati, cinque uomini e una donna, che secondo quanto ricostruito dall’accusa avrebbero raggirato decine e decine di vittime. Su tutto il territorio nazionale, non solo a Viterbo.
I primi sei truffati sono arrivati ieri mattina in Tribunale per raccontare la loro disavventura. «Ho ordinato su un sito internet il pellet - ha raccontato una donna siciliana - e dopo aver fatto ben due bonifici i carichi non sono mai arrivati a destinazione. Ho chiamato tantissime volte ma ogni volta prendevano tempo. Alla fine sono andata dai carabinieri». Stessa esperienza è stata vissuta da persone provenienti da molte altre regioni d’Italiana.
Sono 16 in totale i truffati. Secondo quanto ricostruito i sei imputati, che avevano la base logistica a Vetralla, dal 2015 avrebbero lucrato sulle spalle delle vittime. Ognuno, secondo l’organigramma ricostruito dalla Procura, aveva un ruolo nel sodalizio criminale e nel piano per truffare i clienti. Il capo, finito agli arresti per una truffa simile, era affiancato dalla compagna e alter ego che sarebbe stata la vera promotrice e organizzatrice dell’organizzazione mettendo a disposizione la partita iva.
Gli altri erano deputati alla gestione del sito internet, dei bonifici, dei mezzi o del piazzale dove veniva smaltito il pellet.
A mettere gli inquirenti sulle tracce dei 6 imputati sarebbero stati dei soldi falsi, utilizzati per comprare carichi di pellet. Un sistema, quello, messo a segno dal gruppo ben oliato che avrebbe portato lauti guadagni. Ogni truffato ha speso circa 500 euro per sacchi di combustibile mai arrivato a destinazione.
Prossima udienza il 29 marzo.