"Nella quasi totalità dei casi - spiega il comandante Signore - abbiamo verificato che i dati forniti corrispondono a quelli presenti nel registro vaccinale della Asl. Ma ci sono alcune situazioni che stiamo approfondendo con accurate verifiche di singoli casi". Le ispezioni, così come le indagini più approfondite nei casi dubbi, saranno concluse entro la prossima settimana.
Ma a vigilare ci pensano anche i presidi, alle prese con una normativa ballerina, spesso modificata da un giorno all'altro tramite circolari del ministero. "Anche noi possiamo fare controlli. Anzi - spiega Patrizia Gaddi, dirigente dell'istituto comprensivo Fantappié nonché del Paolo Savi nel capoluogo della Tuscia - dobbiamo farli: sarebbero troppo alti i rischi per i bimbi sani o immunodepressi che si dovessero trovare in classe con compagni non vaccinati". Fino a due giorni fa, la preside alle famiglie aveva chiesto l'autocertificazione. Poi, da giovedì ha dovuto correggere il tiro perché le regole sono nuovamente cambiate: adesso bisogna presentare la fotocopia del libretto o il certificato vaccinale. "In questi giorni - continua - riprenderò in mano le autocertificazioni. Qualche situazione da analizzare più attentamente c'è". Una volta terminate le verifiche, in caso di dichiarazioni fasulle e di alunni non in regola con i vaccini, nella scuola dell'obbligo scatta il divieto di frequentare.
Fa sentire la sua voce anche la Cisl di Viterbo. "In questo clima di incertezze normative, è - sostiene Brunella Marconi, segretaria di categoria - un inizio d'anno in cui i dirigenti sono schiacciati da un lavoro che sottrae tempo prezioso. La scuola non può essere caricata di incombenze improprie, per le quali non ha titolo e competenza, né si può chiedere alle istituzioni scolastiche di supplire a carenze di altri soggetti". In ogni caso, "Il Miur ha precisato - chiarisce - che la responsabilità per quanto dichiarato nelle autocertificazioni ricade su chi le sottoscrive e non sui dirigenti".
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