Unopiù, crisi archiviata: chiuso il concordato, l'azienda cresce e punta sull'e-commerce

Unopiù, crisi archiviata: chiuso il concordato, l'azienda cresce e punta sull'e-commerce
di Federica Lupino
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Domenica 6 Novembre 2022, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 10:46

Dopo un decennio di crisi, esuberi e debiti, rinasce la Unopiù. L’azienda con sede a Soriano nel Cimino, famosa in tutto il mondo per l’arredo esterno di altissima qualità, chiude la pagina più buia della sua storia nata nel 1978 e torna a guardare con fiducia al futuro. “A sette anni dalla presentazione della domanda di concordato preventiv – annunciano i vertici - il Tribunale di Roma ha emesso l’omologa che ne sancisce l’uscita. Per effetto del miglioramento della posizione finanziaria realizzata dal nuovo management, Unopiù è pronta ad affrontare la competizione internazionale con tutte le carte in regola, anche grazie a una visione e a una direzione strategica chiara”.

Una vertenza che ha lasciato dietro di sé decine di licenziamenti: dal 2010 a oggi, l’organico si è pressoché dimezzato rispetto agli originari 180 dipendenti. Gli ultimi licenziamenti per esubero ci sono stati a cavallo tra il 2017 e il 2018, quando 22 persone sono state mandate a casa nonostante il tentativo di conciliazione al ministero del Lavoro. 

Da allora, però, la situazione mano a mano si è stabilizzata. “Al momento il motto applicato è ancora lavorare meno, ma lavorare tutti. Gli operai – racconta Carlo Proietti, della segreteria della Filcams Cgil – si sono tagliati l’orario anche se il part-time è spesso al 90%. Di sacrifici i dipendenti ne hanno fatti molti. Nella prossima riunione con l’azienda, chiederemo il ritorno al tempo pieno”. Questo, nel breve termine. Mentre la notizia della chiusura del concordato rafforza l’auspicio che i anche i livelli occupazionali, insieme agli investimenti, tornino a crescere.
Positivo anche il commento della Fisascat Cisl, con il segretario Guido Calà che sottolinea: “È da luglio che dal punto di vista tecnico il concordato era chiuso.

Ora è uscito in Gazzetta Ufficiale: questo – commenta – significa che sono stati saldati tutti i creditori. Al tempo stesso, l’azienda, che prima puntava su grandi spazi espositivi in molte città, ha optato per piccoli show room e sull’e-commerce. Al di là di qualche uscita volontaria, nell’ultimo periodo non ci sono stati licenziamenti”.  

Christian Rauch, l’amministratore delegato di Unopiù, rivendica il lavoro fatto: “Siamo molto felici di aver finalmente chiuso questo capitolo. Ora siamo liberi di concentrarci sulla crescita futura”, dichiara. Già nel 2019, un anno dopo l’ingresso del nuovo management, l’azienda aveva registrato i migliori risultati degli 8 anni precedenti con ricavi per 22,8 milioni di euro. Il fatturato nel 2021 è cresciuto ulteriormente rispetto al 2020; l’Ebitda, ovvero il margine operativo lordo, è tornato positivo, il migliore degli ultimi 10 anni. “Escludendo il fatturato degli showroom a marginalità negativa chiusi nel 2020, la crescita in termini omogenei è stata pari al +27%. Questi risultati - conclude Rauch - sono stati possibili grazie a un rapido remix dei canali di vendita e alla crescita dell’e-commerce”.

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