Tutto pronto per inaugurare il primo centro antiviolenza universitario della regione. Il taglio del nastro è stato fissato per mercoledì 13 luglio, ore 11,30, al rettorato di Santa Maria in Gradi, con la partecipazione del rettore Stefano Ubertini, gli assessori regionali Enrica Onorati (agricoltura, pari opportunità), Paolo Orneli (sviluppo economico, università, ricerca), nonché Alessio Pontillo, presidente, presidente DiSCo Lazio (diritto allo studio e conoscenza).
La struttura, con sede a Santa Maria in Gradi, è parte di un progetto sperimentale che vede coinvolte altre quattro università laziali (Sapienza, Roma Tre, Tor Vergata, Cassino e Università del Lazio Meridionale) con l’obiettivo di ampliare ulteriormente la rete dei servizi antiviolenza della Regione, che oggi conta 32 centri e 15 case rifugio a indirizzo segreto, a fronte degli 8 centri e delle 8 case rifugio presenti sul territorio nel 2013. La gestione è stata affidata all’associazione “Ponte Donna”, aggiudicataria del bando “LazioDisco” per l’anno 2022-2023; sarà attiva 5 giorni su 7 e con reperibilità h24.
Svolgerà funzioni di accoglienza e offrirà servizi di supporto sul piano dell’assistenza legale e psicologica in favore delle donne vittime di violenza.
«Siamo felici di annunciare – rivela Ubertini – l’apertura del Centro antiviolenza di Unitus, grazie all’impegno congiunto di Università, Regione Lazio e “Ponte Donna”. E’ un progetto in cui crediamo fortemente e che rappresenta una misura centrale del Gender Equality Plan predisposto dall’Ateneo per il contrasto a qualsiasi forma di discriminazione o violenza, in un’ottica di superamento degli stereotipi e di adozione di pratiche di valorizzazione delle differenze».