Un viterbese su Luna Rossa: Francesco Mongelli e il sogno America's Cup. «Che emozione»

Un viterbese su Luna Rossa: Francesco Mongelli
di Marco Gobattoni
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Sabato 2 Gennaio 2021, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 14:31

Somiglia incredibilmente all'attaccante egiziano del Liverpool Mohamed Salah, ma lui non fa gol, ma ha il compito altrettanto importante di studiare ed elaborare i dati della navigazione. Francesco Mongelli, romano di nascita, ma viterbese di adozione da oltre venti anni è un velista professionista, specializzato nel ruolo di navigatore, in analisi dei dati, progettazione e sviluppo di strumentazione elettronica. Tutto questo - Mongelli - ora, lo fa per il team Luna Rossa Prada Pirelli che dal 15 gennaio parteciperà alla PRADA Cup, torneo che avrà il compito di selezionare lo sfidante finale che contenderà la 36ma edizione dell'America's Cup presented by ai neozelandesi di Emirates Team New Zeland a partire dal prossimo 6 marzo. E proprio in Nuova Zelanda si trova Mongelli da fine settembre: una marcia di avvicinamento incessante all'appuntamento con il trofeo più antico del mondo, che in Italia - nonostante un grande tradizione velica - non è mai sbarcato. Far parte di Luna Rossa Prada Pirelli è come essere un membro della Ferrari: due eccellenze italiane che fanno invidia al mondo e che regalano un'immagine del paese positiva. Mongelli risponde alla videochiamata mentre pedala in bicicletta per arrivare al quartier generale di Luna Rossa in Nuova Zelanda: la sua voce è calma, tranquilla e infonde un senso di sicurezza fondamentale per chi deve governare dei missili che non volano in aria, ma in acqua.

Mongelli, lei ha una grandissima esperienza come velista professionista: ha partecipato a regate prestigiose come Sydney-Hobart, Middle Sea Race e Nweport-Bermuda. Questa però è la sua prima America's Cup e peraltro con il team che fa sognare l'Italia: Quali sono le sue sensazioni?

«Lavorare per Luna Rossa Prada Pirelli è un sogno che si avvera. Questo team rappresenta il bello del nostro paese: spesso ci lamentiamo ma quando decidiamo di fare le cose per bene non temiamo nessuno. La Coppa America di vela è la competizione sportiva più antica del mondo; le mie sensazioni sono quelle di essere dentro un libro di storia antica di sport e non solo».

Quale è il suo compito preciso nell'imbarcazione che sta per giocarsi il ruolo di sfidante?

«Se mi vedete salire in barca durante le regate vuol dire che c'è qualche problema. Il mio compito è quello di analizzare e sviluppare i dati di navigazione per far si che la prestazione della barca vada sempre a migliorare.

Queste regate costringono a prendere decisioni fondamentali entro pochi secondi: per questo il tattico e il navigatore incidono di più prima e dopo le regate. Sull'AC75 Luna Rossa abbiamo fatto una scelta vincente secondo me: avere due timonieri ci favorirà rispetto agli altri».

Quindi, lei è un po' come gli ingegneri della Ferrari che durante il Gran Premio restano a Maranello per analizzare i dati.

«Esatto. Quando usciamo in barca durante gli allenamenti stiamo in mare dalle cinque alle sei ore; io mi posiziono sui gommoni che seguono la barca e analizzato i dati».

E'vero che le nuove imbarcazioni volano?

«Assolutamente sì. Non volano in aria ma sul mare non toccano la superficie dell'acqua».

Partire da Viterbo ed arrivare in Nuova Zelanda per giocarsi l'America's Cup: di strada ne ha fatta.

«Diciamo di si. Sono romano di nascita ma Viterbo ormai è la mia città. I miei figli sono nati a Roma, ma cresciuti a Viterbo. Con mia moglie ci siamo innamorati di questo piccolo gioiello che ci ha accolto con amore. Purtroppo spesso per lavoro sto fuori, ma quando passeggio per le vie di Viterbo sento il profumo della storia».

La famiglia è con lei in Nuova Zelanda?

«Si, avrei voluto far iniziare l'anno scolastico ai miei figli a Viterbo, ma la paura delle chiusure causa Covid mi ha convinto ad anticipare il loro arrivo. Qui sono molto rigidi: appena si entra nel paese bisogna fare quattordici giorni di quarantena e massimo possono venire i congiunti; non è possibile arrivare per turismo. La situazione dei contagi è molto bassa per fortuna: diciamo che con Luna Rossa riusciamo sempre ad anticipare il Covid; la scorsa primavera in Sardegna ora dall'altra parte del mondo».

Bisognerà anticipare anche Team New Zeland.

«Ci proveremo: abbiamo una grande barca ma la concorrenza è fortissima. Gli americani sono forti, per non parlare dei detentori neozelandesi. In ritardo sembrano essere gli inglesi, ma hanno una grande tradizione. Certo tornare in Italia con la Coppa America sarebbe un sogno».

Che cos'è il mare per Francesco Mongelli?

«E' una parte di me, è libertà. Le sensazioni che mi regala il mare non si possono spiegare a parole».

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