Poi, per lo straniero, sorpreso di nuovo a settembre dalla polizia nelle stesse condizioni fisiche e nella stessa zona, è scattato il provvedimento del divieto di accesso. Per tre mesi, quindi, il cingalese non potrà frequentare quella zona; in caso di violazione alla prescrizione del questore, sarà denunciato all'autorità giudiziaria.
Questo daspo urbano, a differenza di quelli in precedenza annunciati da Comune ma non applicati dalla questura, è frutto dei controlli capillari messi in atto dalle forze di polizia per il controllo del territorio, dopo la violenta rissa scoppiata a San Faustino il 20 agosto. La scazzottata tra romeni e nordafricani ha portato i residenti del quartiere a chiedere a gran voce maggiori controlli e più sicurezza. Una richiesta esaudita da tutte le forze in campo che in pochissimi giorni hanno dato il via a una serie di verifiche, pattugliamenti e posti di controllo sia della questura che dei carabinieri. Tutte azioni che si inquadrano nell'ambito di un ampio dispositivo di sicurezza, programmato in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza.
«Oltre ai numerosi ordini di allontanamento spiegano dalla Questura - già formalizzati dal personale della squadra volante, necessario presupposto per il daspo urbano, proseguono i servizi di controllo programmati con modalità sempre più incisive e diffuse, finalizzati a garantire, nell'arco delle 24 ore, un continuo e approfondito controllo del territorio».
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