Troppe scuole senza dirigenti, valanga di reggenze. Il sindacato: «Ormai conta solo il risparmio». L'elenco

Il liceo scientifico Ruffini
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Lunedì 2 Settembre 2019, 13:40

«Nel Viterbese più di due terzi delle scuole libere è andata a reggenza». Significa che avranno dirigenti scolastici divisi a metà: tre giorni in un istituto, tre in un altro. Le conseguenze? «È inevitabile un disservizio. I genitori che cercano il preside dovranno prendere appuntamento. E anche i docenti non lo avranno sempre a disposizione. Questo accadrà nonostante la massima disponibilità e la professionalità dimostrata dai dirigenti di Viterbo», spiega Brunella Marconi, segretaria di categoria della Cisl. Quella dei vertici con doppio incarico non è una novità, ma quest'anno la situazione è peggiorata rispetto al passato.

Su 200 scuole rimaste scoperte nel Lazio, sono state riconosciuti solo 107 incarichi a presidi neo-assunti da concorso. Nella Tuscia erano 15 senza assegnazione e, di queste, 11 sono finite nel calderone dei reggenti. Ecco l'elenco delle scuole affidate a dirigenti già titolari di un altro istituto: il comprensivo di Bassano Romano a Laura Pace Bonelli; quello di Capranica a Paola Bugiotti; il Marchini di Caprarola ad Andreina Ottaviani; ll XXV Aprile di Civita Castellana ad Alfonso Francocci; l'istituto comprensivo di Fabrica ad Angela De Angelis; quello di Grotte di Castro a Luciana Billi; quello di Montefiascone a Maria Rita Salvi; il Ridolfi di Tuscania a Paola Adami; il Pio Fedi di Grotte Santo Stefano a Claudia Prosperoni; il Carmine di Viterbo ad Anna Pieragostini; il Ruffini di Viterbo a Massimo Bonelli.

Il reggente del liceo del capoluogo, tanto per fare un esempio, ha il compito di dirigere anche il Colasanti a Civita Castellana. E Adami è titolare del comprensivo di Bagnoregio. Insomma, le assegnazioni costringeranno i presidi a girare come trottole per la provincia. Il paradosso è che alcuni neodirigenti che hanno superato il concorso, e che sono in graduatoria, anziché essere assegnati al Viterbese sono stati spediti in nord Italia: una a Torino, tre in Veneto e una in Toscana. E chi non accetterà verrà depennato dalla lista.

«La scuola - commenta amareggiata Marocni - è sempre trascurata e non ha mai gli strumenti per poter viaggiare con le proprie gambe in maniera efficiente. Le decisioni sono tutte volte al risparmio, ma così non si garantisce all'utenza un servizio adeguato, per quanta buona volontà e bravura caratterizzino i nostri dirigenti».
 

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