Trasversale, sì al completamento: il Tar boccia il ricorso delle associazioni ambientaliste

Trasversale, sì al completamento: il Tar boccia il ricorso delle associazioni ambientaliste
di Federica Lupino
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 11:10

La Trasversale Orte-Civitavecchia fa un passo avanti verso il completamento. Il Tar del Lazio ha infatti respinto il ricorso da Wwf Italia, Lega italiana protezione uccelli, Gruppo di intervento giuridico e Italia nostra: i giudici hanno ritenuto infondati i rilievi mossi dalle associazioni contro la Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Transizione ecologica che hanno dato il via libera al tracciato viola.

Nella sentenza, viene ripercorso l’iter dell’opera. È stato il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ad adottare nel 2001 la delibera con cui inserisce tra i corridoi stradali strategici anche il “completamento trasversale Nord Orte – Civitavecchia (tratta Viterbo – Civitavecchia)”. Successivamente, l’allora ministero dell’Ambiente ha espresso giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del progetto, prescrivendo però una modifica concernente il terzo lotto (Monte Romano Est-SS1 via Aurelia): il percorso avrebbe dovuto seguire il tracciato alternativo proposto (la cosiddetta variante di Tarquinia, noto come tracciato viola).

Tuttavia, nel 2015, l’Anas ha chiesto una variazione del progetto (il cosiddetto tracciato verde), domandando una nuova valutazione di impatto ambientale al ministero, visti gli elevati costi dell’opera che prevedevano la costruzione di due gallerie. Nel 2017, la commissione tecnica ha espresso il proprio parere negativo di compatibilità ambientale sul tracciato verde, suggerendo (al fine di contenere i costi) la suddivisione del terzo lotto del tracciato viola in due stralci funzionali (Monte Romano Est-Tarquinia e poi Tarquinia-SS1 Aurelia).

E ancora: il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Mmnistri di approvare il progetto, superando il dissenso del ministero dell’Ambiente. Il Cipe nel 2018, ha dato il via libera al progetto preliminare dell’opera.

Peccato che gli atti, impugnati al Tar, sono poi stati annullati ad ottobre 2021 per “incompatibilità delle disposizioni nazionali che consentivano, nell’approvazione del progetto di un’infrastruttura, di superare il qualificato dissenso espresso dal Mase (l’attuale Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, ndr) allorquando vi è la possibilità di realizzare l’opera seguendo un percorso differente, anche se maggiormente oneroso”.

Ed eccoci ai passaggi più recenti: l’Anas, il 29 marzo 2022, ha presentato al Mase istanza per l’aggiornamento della Via, evidenziando di voler riprendere il tracciato viola, suddividendo però l’opera in due stralci funzionali: il primo da Monte Romano Est a Tarquinia, il secondo da Tarquinia a Civitavecchia. Il progetto presentato dal soggetto attuatore prevedeva una leggera modifica (circa 300 m), di natura provvisoria, nelle more del completamento dell’intervento con il secondo stralcio. Nel frattempo, il ministero, ricevuta la documentazione, ha dichiarato procedibile l’istanza dell’Anas ordinando un’integrazione avvenuta l’11 ottobre scorso. Al tempo stesso, la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale ha evidenziato che, in relazione al primo stralcio funzionale, non vi erano opposizioni al progetto, risultando invece più critica la situazione archeologica nel territorio interessato dal secondo stralcio dell’opera.

Le associazioni hanno quindi presentato ricorso al Tar sostenendo che i provvedimenti adottati “sarebbero indice dell’inesatta ottemperanza alla precedente sentenza di annullamento”. Ipotesi rigettata dai giudici secondo i quali, invece, l’approvazione del tracciato viola è legittima.

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