Trasversale Orte-Civitavecchia, il Fai: «Il tracciato verde è il meno impattante, impossibile ammodernare l'Aurelia bis»

Trasversale Orte-Civitavecchia, il Fai: «Il tracciato verde è il meno impattante, impossibile ammodernare l'Aurelia bis»
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 15 Dicembre 2018, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 16:53
«Da qualche parte bisogna passare e occorre farlo nel punto meno doloroso: il tracciato verde». All’indomani dell’inaugurazione del penultimo tratto della trasversale Orte – Civitavecchia e alla vigilia della sentenza del Tar sul ricorso di alcune associazioni ambientaliste, a parlare è Lorella Maneschi, capo delegazione Fai. La quale non vede altre soluzioni: «Le altre ipotesi sono tutte molto più impattanti».

Maneschi ha seguito i lavori dal 2013 al 2018 nell’ambito dell’assistenza archeologica ad Anas. Ha voce in capitolo anche dal punto di vista ambientale, essendo da tre anni capo delegazione provinciale della fondazione che si occupa della valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano. «Il tracciato verde – dice – credo sia il male minore. Questo l’ho sempre pensato».

Alternative non ce ne sono? Le associazioni ambientaliste che hanno presentato ricorso al Tar (la sentenza è attesa martedì) puntano sull’ammodernamento dell’attuale Aurelia bis. «Ho parlato tante volte con gli ingegneri Anas e il rup, ma ammodernare quella strada è impossibile: è concepita in maniera antica, con curve, salite e discese. Deve restare così per il traffico locale».

Le altre ipotesi? Neanche quelle sono praticabili. «Il tracciato viola, più vicino a Tarquinia continua – passa per un sito Unesco: è stato eliminato dal ministero dei beni culturali. Poi ce n’è uno intermedio, il blu, ma anche questo è pericoloso e non idoneo, perché avrebbe problemi di stabilità del terreno vista anche la presenza di sorgenti e fonti che arrivano fino al Mignone». Sarebbe dunque meno auspicabile anche dal punto di vista ambientale. «Sarebbe impattante da morire, più del tracciato verde, che in fondo affianca quello della strada provinciale Montericcio. E’ su un territorio già antropizzato: c’è una strada e ci sono delle case».

Martedì però è attesa la sentenza del Tar sul ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste. Anche il Fai però si occupa di ambiente. «Noi non abbiamo mai partecipato a questi ricorsi. A suo tempo eravamo stati contattati da Italia Nostra e abbiamo dato il nostro parere: la cosa migliore sarebbe non fare la trasversale, ma nel 2018 non è possibile. E dovendo passare dal punto meno doloroso – conclude Maneschi – secondo noi è quello verde».
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