Tornano a crescere le migrazioni: nella Tuscia quasi 15mila non comunitari regolari

La Questura
di Federica Lupino
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Martedì 1 Novembre 2022, 17:26

Dopo lo stop causato dalla pandemia, tornano a crescere i permessi di soggiorno rilasciati in Italia. E Viterbo non fa eccezione. La fotografia scattata al primo gennaio di quest’anno, con dati relativi a tutto il 2021, mostra che i cittadini non comunitari regolarmente presenti nella provincia sono 14.794. Di questi, oltre la metà, ovvero 8.695 sono soggiornanti di lungo periodo. È quanto emerge da uno studio dell’Istat sui flussi migratori dal quale emerge che nel corso del 2021 sono stati rilasciati in Italia 241.595 nuovi permessi di soggiorno, con un aumento del 127% dopo il minimo storico registrato l’anno precedente a causa della pandemia. L’incremento riporta il numero di ingressi sui valori registrati nel 2018.

“Sono tornati a crescere – sottolineano dall’istituto di statistica - i nuovi documenti concessi per asilo: ne sono stati emessi quasi 31 mila (+129% rispetto al 2020), un numero superiore anche a quello registrato nel 2019. Tuttavia, in termini relativi i permessi per asilo e altre forme di protezione hanno, sul totale dei nuovi rilasci, una minore importanza rispetto al 2019 (12,8% contro 15,6%) perché, a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020, sono cresciuti notevolmente i permessi per lavoro”.

In provincia di Viterbo, sono 1,786 sul totale i permessi per lavoro, mentre salgono a 2,328 quelli per motivi legati alla famiglia. Appena 132 i permessi per studio e 1,495 a seguito di riconoscimento dell’asilo politico o per motivi umanitari. I restanti sono potuti rimanere regolarmente sul territorio della Tuscia per altri motivi.

A livello nazionale, il numero di nuovi ingressi cresce per tutte le principali collettività ma il primato spetta all’Ucraina che registra un +209% tra il 2020 e il 2021 (contro un aumento medio di +127%), l’incremento più alto tra le prime dieci collettività.

Per i cittadini ucraini in valore assoluto passano da 3.264 a 10.087, in larga parte rilasciati per motivi di lavoro: rappresentano infatti oltre il 52% di quelli nel complesso concessi nell’anno a persone di questa cittadinanza. “Altra novità, conseguente alla Brexit – si legge nello studio - è la presenza del Regno Unito tra le prime dieci collettività non comunitarie per numero di ingressi. Escono invece dalla graduatoria gli Stati Uniti per i quali la nutrita presenza studentesca non ha ancora ripreso i livelli del periodo precedente la pandemia. In generale, per tutte le prime dieci collettività, il principale motivo di ingresso in Italia è il ricongiungimento familiare (a cui si riferisce quasi il 73% degli ingressi di cittadini marocchini durante il 2021)”. Fanno eccezione il Pakistan, i cui cittadini richiedono maggiormente protezione internazionale (oltre il 41% dei nuovi documenti rilasciati), e la Nigeria (oltre il 39%).

Per la Cina tornano elevati gli ingressi per studio che coprono il 29,8% dei permessi emessi nel 2021. Molto rilevanti per alcune cittadinanze anche i permessi rilasciati per motivi di lavoro che vedono in testa alla graduatoria, oltre l’Ucraina, anche India (37,7% del totale dei nuovi ingressi) e Cina (circa il 30,6%).

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