Dopo lo stop causato dalla pandemia, tornano a crescere i permessi di soggiorno rilasciati in Italia. E Viterbo non fa eccezione. La fotografia scattata al primo gennaio di quest’anno, con dati relativi a tutto il 2021, mostra che i cittadini non comunitari regolarmente presenti nella provincia sono 14.794. Di questi, oltre la metà, ovvero 8.695 sono soggiornanti di lungo periodo. È quanto emerge da uno studio dell’Istat sui flussi migratori dal quale emerge che nel corso del 2021 sono stati rilasciati in Italia 241.595 nuovi permessi di soggiorno, con un aumento del 127% dopo il minimo storico registrato l’anno precedente a causa della pandemia. L’incremento riporta il numero di ingressi sui valori registrati nel 2018.
“Sono tornati a crescere – sottolineano dall’istituto di statistica - i nuovi documenti concessi per asilo: ne sono stati emessi quasi 31 mila (+129% rispetto al 2020), un numero superiore anche a quello registrato nel 2019. Tuttavia, in termini relativi i permessi per asilo e altre forme di protezione hanno, sul totale dei nuovi rilasci, una minore importanza rispetto al 2019 (12,8% contro 15,6%) perché, a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020, sono cresciuti notevolmente i permessi per lavoro”.
In provincia di Viterbo, sono 1,786 sul totale i permessi per lavoro, mentre salgono a 2,328 quelli per motivi legati alla famiglia. Appena 132 i permessi per studio e 1,495 a seguito di riconoscimento dell’asilo politico o per motivi umanitari. I restanti sono potuti rimanere regolarmente sul territorio della Tuscia per altri motivi.
A livello nazionale, il numero di nuovi ingressi cresce per tutte le principali collettività ma il primato spetta all’Ucraina che registra un +209% tra il 2020 e il 2021 (contro un aumento medio di +127%), l’incremento più alto tra le prime dieci collettività.
Per la Cina tornano elevati gli ingressi per studio che coprono il 29,8% dei permessi emessi nel 2021. Molto rilevanti per alcune cittadinanze anche i permessi rilasciati per motivi di lavoro che vedono in testa alla graduatoria, oltre l’Ucraina, anche India (37,7% del totale dei nuovi ingressi) e Cina (circa il 30,6%).