«Ti brucio il bar e ti sparo in bocca», a processo gli autori del raid di Montefiascone

Il Tribunale
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 6 Novembre 2020, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 15:23

«Ti brucio il bar, sei finito». Raid vandalico in un esercizio di Montefiascone, al via il processo a tre uomini di origini campane.
Il 13 agosto del 2019 quattro napoletani da tempo residenti a Bolsena si presentarono in un centralissimo bar di Montefiascone e in poco tempo scoppiò un pandemonio. I quattro uomini (ma a processo sono solo in tre perché uno era minorenne e la sua posizione sarà esaminata dal Tribunale dei minori) si scagliarono contro il proprietario del locale 50enne e distrussero parte del bar. Sedie e tavoli in aria e consumazioni sparse ovunque. Difficile capire cosa abbia acceso gli animi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i tre imputati, un 54enne, un 31enne e un 38enne, avrebbero aggredito il proprietario procurandogli lesioni giudicate guaribili in 5 giorni, avrebbero distrutto parte del mobilio del bar e lo avrebbero pesantemente minacciato. I tre infatti sono accusati di minacce, danneggiamento, lesioni aggravate in concorso in quanto avrebbero picchiato e distrutto il locale. Non solo. Avrebbero anche rivolto pensanti insulti e minacce alla vittima. A raccontare quanto successo quel 13 agosto di un anno fa la stessa vittima ai carabinieri di Montefiascone che allertarono subito la Procura e di conseguenze fu aperto un fascicolo. «Ti brucio il bar, sei finito», avrebbero detto. «Ammazziamo te e tutta la tua famiglia. Ti sparo in bocca». Le frasi sono state lette ieri dal pm in aula, davanti al giudice Giacomo Autizi, che proprio in virtù di queste ultime ha chiesto la modifica del capo di imputazione. Per capire come siano, davvero, andate le cose e cosa abbia scatenato i tre uomini all'interno del bar bisognerà aspettare che il processo entri nel vivo e i primi testimoni raccontino i fatti. Al momento c'è solo la denuncia della vittima e gli atti raccolti dagli inquirenti. Il processo riprenderà solo il 22 febbraio quando accusa e difesa (avvocato Paolo Delle Monache) chiederanno di ascoltare testimoni e depositeranno i documenti. Probabilmente sarà ascoltato anche il proprietario del bar, che ancora non ha deciso se costituirsi parte civile, che potrebbe raccontare cosa abbia innescato il raid.
 

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