Terme, l'altra incompiuta sono le ex Inps: «Piano di rilancio rispedito al mittente: hanno perso anni»

Terme, l'altra incompiuta sono le ex Inps: «Piano di rilancio rispedito al mittente: hanno perso anni»
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 8 Gennaio 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 21:31

Non ci sono solo il Bullicame e le Zitelle. Nella lista nera termale l’ex capogruppo del Pd, Alvaro Ricci, mette anche le ex terme Inps. «Sono stati buttati anni: il piano di rilancio è stato rispedito al mittente e si è inseguita la follia della condotta per portarci l’acqua dalle Zitelle». Che intanto continuano a disperderne a iosa nei campi.

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Ricci prende spunto dagli interventi dell’ex presidente dell’associazione Il Bullicame, Giovanni Faperdue, e dell’ex assessore Enrico Maria Contardo, cui il dem riconosce un solo merito: quello di aver portato a termine la chiusura del pozzo San Valentino.

Sullo stabilimento dei lavoratori, chiuso da decenni, invece è impietoso. «Contardo ha perso due anni sulle ex terme Inps – dice Ricci - facendo approvare in fretta e furia un piano di rilancio in cui mancavano due presupposti essenziali: l’acqua e la compatibilità urbanistica. E questi sono infatti i motivi per cui è stato rispedito al mittente dalla Regione Lazio».

La risorsa termale sarebbe dovuta arrivare dalla sorgente delle Zitelle. La quale, ancora da una vita, la butta nei campi. «La mancata chiusura della sorgente – continua il dem - è un’altra carenza del Comune. Fino a poco prima che Contardo andasse via era ancora convinto della follia di fare una condotta verso le ex terme Inps. E’ vero che ha messo le risorse in bilancio e su quello a ha ragione, sono in grave ritardo. La chiusura riporterà maggiore equilibrio e risorse alle concessioni nel bacino termale». A proposito, per la stabilità dello stesso grazie a un suo emendamento da 100 mila euro si procederà con «gli emungimenti meccanici da 70 litri al secondo, unica azione seria per garantire lo sviluppo del settore, perché può certificare che il bacino continua a stare in equilibrio impegnando questa quantità di risorse».

Ricci infine annota una ulteriore carenza, ovvero «la mancanza della variante al piano regolatore, per far passare le zone intorno alle sorgenti da agricole a sviluppo termale: dal bagnaccio alle Carletti devono passare da agricole a termali per creare maggiori servizi, valorizzando il termalismo libero di cui i cittadini hanno bisogno, compatibilmente con i vincoli della Soprintendenza». Per il resto, Contardo «restituisce l’immagine plastica della ex maggioranza: litigiosa, con colpi bassi e improduttiva. Lui – conclude Ricci - ricorda il parco termale al Bullicame, finanziato con un mio emendamento al bilancio di due anni fa, e dimentica che Viterbo per tre anni e mezzo è stata una giungla, senza appalto del verde».

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