Terme, la Cisl al Comune: «Rilanciarle con i fondi del Pnrr e un piano regolatore»

Terme, la Cisl al Comune: «Rilanciarle con i fondi del Pnrr e un piano regolatore»
di Renato Vigna
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Mercoledì 7 Giugno 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 18:53

Utilizzare i fondi del Pnrr per il rilancio definitivo delle terme a Viterbo e approvare il piano regolatore del termalismo senza il quale i potenziali investitori girano alla larga. È l’invito che la Cisl di Viterbo, per bocca del segretario generale Fortunato Mannino e di quello della Fisascat Guido Calà, rivolge alla sindaca Chiara Frontini. Dopo la chiusura (definitiva) delle Masse di San Sisto e quella del Bagnaccio (non è chiaro se e quando riaprirà), l’offerta nel capoluogo appare alquanto monca. E allora – è l’appello del sindacato – perché non sfruttare i fondi europei per ridisegnare il comparto?

La Cisl mette le terme nell’elenco delle incompiute del territorio: “Il nostro territorio in generale e la città di Viterbo in particolare, da anni, da decenni, si trovano alle prese con questioni di interesse generale che rimangono sospese. Possiamo citare, ad esempio, la superstrada Orte – Civitavecchia, il tratto ferroviario tra Viterbo e Roma, per lunghi tratti a singolo binario, oppure l’idea di dotare la città di un aeroporto civile”.

E poi, appunto, c’è l’acqua termale. “Da decenni – ricordano Mannino e Calà - le ex Terme Inps sono abbandonate al degrado più totale; l’idea di termalismo sociale (non solo destinato a chi può permetterselo) oggi si basa solo su qualche pozza sparsa nelle campagne che circondano la città, a volte difficilmente raggiungibili, a volte non accessibili (spesso chiuse al pubblico). Manca un piano regolatore delle acque, non si conoscono ancora i quantitativi d’acqua disponibili e -sottolineano - sembrano esserci evidenti difficoltà tecnico-amministrative”.

Eppure, le ricadute occupazioni di un settore a regime sarebbero enormi, dando linfa vitale al turismo e al relativo indotto. “Come Cisl e Fisascat ci chiediamo se parte dei fondi del Pnrr possa essere destinata al rilancio definitivo di questa nostra ricchezza.

Continuiamo a ribadire – rimarcano - che non è più rinviabile l’approvazione del piano regolatore del termalismo: solo così si fornirebbero le dovute certezze ad eventuali investitori. La nostra città può diventare una città termale e ambire a uno sviluppo, soprattutto in ambito turistico, come, ad esempio, Montecatini Terme, nel 2021 proclamata Patrimonio dell’Umanità Unesco come grande città termale, o sperare in un rilancio, come sta avvenendo in modo più concreto a Fiuggi, dove alcuni imprenditori hanno investito milioni di curo, avendo vinto la gara del Comune per la concessione trentennale del complesso”.

La sindaca ha più volte manifestato l’intenzione di candidare Viterbo a Capitale europea della Cultura 2033. “Questo titolo è assegnato a città che dimostrano la ricchezza e la diversità della cultura europea, che sappiano illustrare le proprie caratteristiche, ma, soprattutto, per il programma di lavoro che mettono in atto durante gli anni della selezione. Riteniamo – rimarcano dalla Cisl - che niente di meglio delle terme possa rappresentare Viterbo, il suo rilancio, il suo collegamento fra passato e futuro. Rappresenterebbero il traino per tutte le attività di accoglienza. Motivo ulteriore per provvedere, finalmente, a rilanciarle”, concludono.

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