Termalismo, la rivincita di Contardo: «Dopo di me il nulla, c'è roba da Corte dei Conti»

Termalismo, la rivincita di Contardo: «Dopo di me il nulla, c'è roba da Corte dei Conti»
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 6 Gennaio 2022, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 17:42

«Quando sono andato via, a maggio, sulle Zitelle il progetto era pronto, approvato un anno prima dalla giunta. E i soldi impegnati». La rivincita dell’ex: Enrico Maria Contardo, già assessore al termalismo poi defenestrato dalla Lega, dopo l’appello di Giovanni Faperdue sui ritardi e sul degrado al Bullicame, fa la lista delle incompiute da quando non ha fatto più parte della giunta. «Da allora non si è mosso nulla».

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La fonte delle Zitelle avrebbe dovuto essere chiusa entro giugno, invece continua a perdere nei campi 12 litri al secondo. «Avevamo contattato il professor Sappa della Sapienza – dice Contardo - che aveva seguito anche la chiusura del pozzo San Valentino. Avevo lasciato tutto pronto: come mai non abbiano fatto la gara non lo so. Ma era tutto immediatamente cantierabile». Anzi, c’erano dei fondi avanzati che «avevo proposto di usare per l’asfalto nella strada tra l’orto botanico e il Bullicame, per risolvere il problema della polvere. Non so come sia andata a finire». 

A proposito di Bullicame: ai volontari è stato detto di non pulire più. «Avevo fatto un accordo con due associazioni. Si occupavano di vasche, canalette e piscine Carletti. Mi hanno chiamato dicendo che l’assessore Ubertini ha ritenuto di non farli più operare». Ora alle incrostazioni e al verde selvaggio non bada più nessuno. «Stavamo portando avanti un accordo quadro, ormai alle fasi finali – continua - per le zone verdi del Bullicame: anche questo non so che fine abbia fatto, come il progetto da 120 mila euro inviato alla Soprintendenza, quattro volte, per la sistemazione e l’arredamento del sito».

Secondo Contardo, in estrema sintesi, «sul termalismo si è fermato tutto.

In sei mesi non mi pare siano stati fatti passi avanti. Anzi, parliamoci chiaro: metterei la mano sul fuoco che se non fosse stato per me il San Valentino sarebbe ancora aperto». Già che c’è, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. «Quando sono andato via anche la gara del verde pubblico era sulla scrivania del ragioniere capo: mi dicono sia stata bandita da poco, dopo mesi. Poi ci sono Pratogiardino, aree di sgambamento, parco in via del Colle».

Un altro progetto erano le ciclostazioni, per 240 mila euro, punti di ricarica di biciclette elettriche. «Era mobilità di scambio, con anche un hub di bici a noleggio davanti alla pensilina al Sacrario. Ce ne sono 50 in un magazzino del Comune, mentre le ciclostazioni non so che fine abbiano fatto. Roba da Corte dei Conti. Ho lasciato finanziato per 70 mila euro pure il piano del traffico e della mobilità sostenibile, che avrebbe aperto la strada al 50 per cento in più di fondi su ciò che riguarda il green. Tutto magari solo perché lo avevo fatto io. Ora l’accusa è che hanno portato avanti progetti dell’amministrazione Michelini: io ho fatto il contrario - conclude - erano progetti miei».

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