Tentata strage e sospetti di terrorismo, partito il processo al giovane arrestato a Bagnaia

Denis Illarionov ieri in aula
di Maria Letizia Riganelli
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Martedì 23 Ottobre 2018, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 19:30

Occhi spaesati e maniche di camicia arrotolate. E' arrivato così davanti alla Corte d'Assise il giovane Denis Illarionov. Lasciando la spavalderia che lo ha contraddistinto lontano dall'aula di Tribunale. Ad attenderlo otto giudici popolari, tre uomini e cinque donne, e due togati: Elisabetta Massini e Gaetano Mautone. Saranno loro, al termine del dibattimento, che dovranno giudicarlo.

Denis, 25enne di origini lettoni da tempo residente a Viterbo, è imputato per tentata strage e per attentato alla pubblica sicurezza. La Corte d'Assise lo giudicherà per entrambi i reati, così come chiesto in apertura di processo dalla pm Chiara Capezzuto. La tentata strage è quella che Denis avrebbe voluto fare. «E' ora di ammazzare i bambini dell'asilo», scrive a fine 2017 su Instagram, postando una sua foto con in pugno una pistola e osannando i terroristi morti dell'Isis.

Una frase e un comportamento che attirano prima l'attenzione del Fbi e poi quella della Digos e dell'antiterrorismo. E che portano la polizia fin dentro casa del ragazzo, a Bagnaia. Qui gli agenti trovano candelotti in fase di assemblaggio. E tanto basta per arrestarlo. Denis entra a Mammagialla accusato di fabbricazione e detenzione di materiale esplodente, ma le indagini sono ancora in corso. Dopo qualche mese difficile dietro le sbarre, Denis prende confidenza con un compagno di cella e gli confida che la strage all'asilo avrebbe voluto farla davvero. Il compagno parla e la situazione per il lettone si complica: la Procura chiede che venga processato per tentata strage.

Parallelamente la Digos e l'antiterrorismo romano conducono indagini serrate su 5mila gigabyte di materiale sequestrato dal pc di Denis. E tra la marea di informazioni salta fuori l'attentato alla Macchina di Santa Rosa. Il 3 settembre 2015 Denis, nascosto nell'oscurità di via Mazzini, ha fatto esplodere un ordigno incendiario artigianale durante il Trasporto. Un vero attentato, che fortunatamente, non è andato a segno. Per questo episodio Illarionov risponde di attentato alla pubblica sicurezza. «Si è trattato di un peccato di innocenza», ha affermato ieri mattina l'avvocato Federica D'Angelo, dello studio Comi, che difende il 25enne.
La prossima udienza è fissata per il 28 novembre, giorno in cui inizieranno a sfilare i primi testimoni.
 
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