Il ragazzo, che aveva tracciato la stella a cinque punte e la scritta Gsp («riconducibili a esternazioni di fantasia da parte del trentunenne», dicono gli agenti) non risulta appartenere ad alcun gruppo eversivo o terroristico. Il gesto si era verificato nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Mentre nel capoluogo erano stati strappati alcuni manifesti, a Tarquinia nella centralissima via XX Settembre sono apparse le scritte con vernice nera. Stelle a cinque punte, simbolo delle Brigate Rosse, e una sigla Gsp erano comparse sulla vetrina e sui cartelli con il simbolo del partito di Salvini.
Dopo il danneggiamento nessun commento era arrivato dal sindaco Alessandro Giulivi, che quella sede aveva inaugurato un anno fa nel mese di aprile. Aveva parlato il leader nazionale del partito, Matteo Salvini: «Le minacce di chi imbratta la nostre sedi con la stella a cinque punte non ci spaventano e non ci fermeranno - dice - All'odio rispondiamo col lavoro e col sorriso, ma al governo e in particolare al Viminale chiedo: è normale che il primo partito italiano, che guida l'opposizione, subisca attacchi, aggressioni e minacce quotidiane nel silenzio e nell'indifferenza generale?».
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