Tamponi Covid-19 a pagamento anche dai medici di famiglia, la Fimmg: «A rischio pensionati e fragili»»

Tamponi Covid-19 a pagamento anche dai medici di famiglia, la Fimmg: «A rischio pensionati e fragili»»
di Federica Lupino
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Mercoledì 12 Aprile 2023, 05:40

"Questa è una tassa sulla malattia che colpirà i soggetti più fragili e gli anziani”. Lapidario il commento della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale, rispetto alla decisione della Regione Lazio di mettere a carico del cittadino il costo del tampone Covid-19. Fino a marzo, infatti, vigeva un accordo per cui i test effettuati dal medico di base erano gratuiti per il paziente. Ora non più.

“Dal 1 aprile – spiega il segretario provinciale del sindacato, Michele Fiore - il tampone necessario per la diagnosi differenziale nelle patologie respiratorie è a carico del cittadino”. Resta però l’obbligo di notifica dei malati al servizio di Igiene della Asl. Ma senza il test diagnostico è impossibile avere la conferma dell’infezione in corso. “L’alternativa che rimane – continua il responsabile della Fimmg - è pagare di tasca propria la prestazione. Un corto circuito che si è trasformato in un ennesimo esborso da parte del cittadino”.

L’accertamento con il tampone Covid, ricorda il medico, è necessario “per differenziare l’infezione dalle altre patologie virali o batteriche. Inoltre, soprattutto nei soggetti fragili e più esposti alle complicanze sistemiche del virus e negli ultra sessantacinquenni, è propedeutico per instaurare la terapia antivirale specifica oggi disponibile, che però va iniziata entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi. In questi casi una diagnostica corretta e precoce è obbligata, pena gravi conseguenze per i pazienti fragili”.

Ma spesso sono proprio gli anziani o i malati ad avere anche difficoltà economiche, per cui anche una manciata di euro diventano una somma ostativa.

Fino al 31 marzo, era il medico di famiglia – in caso un assistito presentasse sintomi riconducibili all’infezione da Sars-Cov2 – a effettuare gratuitamente il test al fine di ottenere una diagnosi. La prestazione veniva poi rimborsata dalla Regione Lazio. In caso di positività, lo stesso medico aveva il compito di mettere in isolamento il paziente. Adesso questo obbligo non c’è più.

“Resta solo la notifica al servizio di Igiene. Anche quindi il tracciamento – prosegue Fiore – rischia di saltare. Quante persone nel dubbio di essere positive saranno ora disposte a pagare per avere conferma? Non parliamo di chi si sottopone al test magari prima di una cerimonia ma di quanti hanno già problemi di salute e per i quali l’infezione sarebbe rischiosa. Se è vero che ormai la malattia da Covid nella maggior parte dei casi è lieve, per i più fragili e i pensionati resta un pericolo”.

E se si presenta un paziente con sintomi riconducibili al Covid? “O gli faccio il tampone a pagamento oppure gli dico di rivolgersi a un laboratorio, ma in quel caso è giusto mandarlo in giro nel dubbio di una infezione?”, si chiede Fiore. Intanto, i medici del Viterbese si sono già riuniti per discuterne: il costo che verrà praticato è in linea con quanto applicato nelle farmacie, ovvero 15 euro. Resta la contrarietà della categoria: “Questa nuova situazione aumenterà inevitabilmente la pressione sui Pronto soccorso, contrariamente alle intenzioni dichiarate della Giunta di ridurla. Abbiamo già avvertito la Regione nei giorni scorsi” conclude la Fimmg Lazio.

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