Tamponi a Belcolle e per tutti? La Asl stronca l'idea: «Ecco perché»

Tamponi a Belcolle e per tutti? La Asl stronca l'idea: «Ecco perché»
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 20 Marzo 2020, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 15:18

Tamponi refertati a Belcolle? «La questione è decisamente più complessa di come viene trattata in questi giorni». Asl e comitato ristretto dei sindaci per la sanità – quelli che stanno in trincea – stroncano di netto le richieste arrivate da più parti, anche sui test agli asintomatici. Motivando tecnicamente alle varie richieste basate sulle citazioni copia e incolla.

Nelle ultime ore Fratelli d’Italia è tornata a chiedere tamponi anche agli asintomatici, citando l’Oms ma solo in parte, ovvero tralasciando che i tamponi andrebbero fatti ai casi sospetti. Massimo Erbetti (M5S) risponde citando invece i microbiologi clinici, secondo i quali l’operazione sarebbe «inutile, oltre che impossibile».

Prima ancora Luisa Ciambella (Pd) aveva insistito per i tamponi a Viterbo. Ma il no è netto e motivato. La premessa: «In caso di necessità – dicono asl e sindaci - Belcolle è preparato da un punto di vista strumentale e professionale a processare i tamponi». Il problema è un altro: i risultati da Roma arrivano dopo appena 7 ore e il tempo tecnico di lavazione è di 5. «Effettuando gli stessi esami in house, presso la sezione di genetica molecolare di Belcolle, l’abbattimento dei tempi sarebbe al massimo di 2 ore compresa la refertazione».

Poca roba, dunque, ma con evidenti complicazioni, perché «comporterebbe un utilizzo massiccio di personale e dispositivi di protezione al momento contingentati in tutta Italia». Tra l’altro, gli stessi sono anche necessari «per l’esecuzione dei tamponi a domicilio e per la realizzazione dei farmaci antiblastici per i pazienti oncologici. Quindi, in presenza delle due linee di attività, si potrebbe verificare una situazione complessiva di carenza dei dispositivi di sicurezza».

Se la Regione Lazio lo chiedesse, «la Asl sarebbe in grado di garantire l’operatività del servizio entro 24 ore dalla comunicazione». Non è finita: ogni giorno «sei squadre di professionisti si recano a domicilio dei pazienti per i quali è stata data indicazione per l’effettuazione dei tamponi. A questi si aggiungono quelli eseguiti presso le strutture della rete ospedaliera aziendale. Ad oggi si è raggiunta una media tra i 60 e i 70 eseguiti, grazie a un enorme sforzo organizzativo che parte già prima del test, ovvero dallo scrupoloso lavoro di ricostruzione epidemiologica di tutti i contatti stretti delle persone accertate positive al Covid-19».

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