Talete, futuro sempre più a rischio tra inchieste e giochi politici

La fornitura idrica
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Dicembre 2020, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 12:47

Una manovra a tenaglia pesa sul futuro di Talete. Da una parte, l’inchiesta della Corte dei Conti che parla apertamente di società al collasso. Dall’altra, gli organi di gestione dell’Ato (ambito territoriale ottimale) e della spa che, nell’estremo tentativo di salvarla, propongono un aumento tariffario a cui è legato anche il finanziamento di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) per circa 40 milioni di euro. E su tutto, volteggia la politica divisa in fazioni.

I magistrati contabili, che nei giorni scorsi hanno evitato che l’indagine cadesse in prescrizione notificando agli indagati gli atti, sono partiti dal periodo 2012-2015 quando i soci, ovvero i sindaci, rifiutando l’aumento di capitale sociale più volte richiesto dalla società, avrebbero – secondo l’ipotesi accusatoria – provocato un maggior esborso di denaro pubblico per la fornitura di energia elettrica.

Anziché avere i conti in ordine per ricorrere al mercato libero, Talete sarebbe stata costretta a rivolgersi al privato con un aumento dei costi tra il 15 e il 20% e un danno ipotizzabile tra i 6 e i 7 milioni di euro.

Ma gli uomini della Guardia di Finanza (comando di Viterbo e di Civitavecchia) hanno allargato il raggio dell’inchiesta puntandolo anche su quanto avvenuto dopo. E nelle carte chiedono conto non solo ai membri dell’organo per il controllo analogo ma anche a tutti i restanti soci su come sia stato possibile accumulare negli anni un deficit strutturale di alcune decine di milioni che ha portato la spa sull’orlo del fallimento. 

Ecco che, mentre in questi giorni i rappresentanti di tutto l’arco costituzionale cercano di capire come uscirne indenni, i vertici operativi di Ato e Talete tentano di lanciare alla società l’ultima scialuppa di salvataggio, costituita da un aumento tariffario che ancora una volta saranno i sindaci nella conferenza a dover approvare. Tra l’altro, domani sullo stato dei conti la minoranza al Comune di Viterbo ha chiesto di fare chiarezza in seno alla V commissione.

La proposta prevede una spesa (l'incremento è retroattivo) per il 2019 di 2,43 euro a metro cubo, per il 2020 di 2,6 e per il 2021 di 2,69, considernado una utenza domestica residente e un consumo medio di 150 metri cubi all’anno. Se approvata, arriverebbe il prestito e verrebbero garantiti investimenti di quasi 91milioni di euro tra il 2021-2023. Altrimenti, sarebbe il fallimento di Talete che, come sottolinea l’Ato, comporterebbe “l’obbligo di affidamento con gare; rischio di azione di responsabilità verso i soci in quanto è già stato dichiarato lo stato di squilibrio gestionale; impatto negativo sull’economia locale  con rischio di default dei prestatori d’opera locali verso cui Talete è indebitata; impatto negativo sul servizio idrico integrato con blocco della manutenzioni straordinarie e di quelle ricorrenti ordinarie”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA